Ci salveranno gli ingenui - 9788830416543

Ci salveranno gli ingenui: Massimo Gramellini è una delle più acute e brillanti firme del giornalismo italiano che dalla prima pagina de La Stampa dà ogni giorno il buongiorno ai suoi lettori con corsivi ricchi di apologhi, fatti della vita e ritratti esilaranti in punta di fioretto. In genere, ritratti di italiani. Umorali e anarchici, vittimisti e superficiali, con il pallino del posto fisso e completamente privi di senso dello Stato, perché semmai è lo Stato che fa loro senso. Di italiani, ma non solo. Il campionario è vasto. Americani che si credono padroni del mondo ed europei che non credono più a niente, politici d'assalto e cittadini indifesi, (s)vip e presunti famosi, coppie precarie ed eterni single, figli molli e genitori bulli, facce toste ed eroi della porta accanto, tifosi sfegatati e atleti dopati, analfabeti di ritorno e altri di sola andata. Difficile non ritrovarsi nell'Abbecedario immaginario dell'autore. Difficile non ridere, appassionarsi, indignarsi persino. E alla fine, per essere felici o almeno provarci, la regola sembra essere per tutti una soltanto: tornare ad agire con la spontaneità degli ingenui.
Massimo Gramellini is one of the most acute and brilliant signatures of Italian journalism that from the front page of La Stampa gives a good morning to his readers every day with cursive rich in apologists, facts of life and hilarious portraits at the tip of a foil. Typically, portraits of Italians. Humoral and anarchist, victimizers and superficial, with the dot of the fixed place and completely devoid of sense of the State, because if anything it is the State that makes sense to them. Of Italians, but not only. The sample collection is vast. Americans who believe themselves masters of the world and Europeans who no longer believe in anything, assault politicians and defenseless citizens, (s)VIPs and allegedly famous, precarious and eternal single couples, soft children and bullying parents, tough faces and heroes next door, die-hard fans and doped athletes, returning illiterates and others one-way. It is difficult not to find oneself in the author's imaginary Abbecedario. It's hard not to laugh, to get passionate, to be even indignant. And in the end, to be happy or at least try, the rule seems to be only one for everyone: to return to act with the spontaneity of the naïve.