Far Web. Odio, bufale, bullismo. Il lato oscuro dei social - 9788817095969

Far Web. Odio, bufale, bullismo. Il lato oscuro dei social: Insulti, discriminazioni di ogni genere, misoginia, istigazione alla violenza, omofobia, fake news dal retrogusto razzista e anti-scientifico, revenge porn. Solo per citare le manifestazioni più evidenti. Non c'è alcun dubbio che la Rete, in particolare con i social media, sia diventata un luogo nel quale scaricare rabbia e frustrazioni senza sensi di colpa, in cui attaccare ferocemente personaggi pubblici o emeriti sconosciuti con la sola colpa di avere opinioni diverse. A monte di questa valanga di fango sembra esserci l'idea che Internet sia una zona franca, un Far Web in cui non esistono regole, in cui vige l'impunità e dove è legittimo e pratico farsi giustizia da sé. Ma è poi davvero colpa della Rete se la gente odia? Siamo veramente disposti a mettere in gioco la nostra libertà d'espressione per portare avanti una crociata indiscriminata contro l'odio online? Qual è, in questa partita, il ruolo che giocano le diverse piattaforme? Quanto incide su certe derive la mancanza diffusa di educazione digitale? E qual è il quadro normativo a cui fare riferimento oggi? In questo saggio ricco di esempi tratti dalla cronaca recente, Matteo Grandi indaga da vicino il fenomeno dell'inquinamento della Rete in tutte le sue manifestazioni, per spiegarci di cosa parliamo quando parliamo di odio.
Insults, discrimination of all kinds, misogyny, incitement to violence, homophobia, fake news with a racist and anti-scientific aftertaste, revenge porn. Just to mention the most obvious manifestations. There is no doubt that the Network, particularly with social media, has become a place in which to download anger and guilt-free frustrations, in which to viciously attack public figures or unknown emeritus with the sole fault of having different opinions. Upstream of this avalanche of mud there seems to be the idea that the Internet is a free zone, a Far Web in which there are no rules, where impunity applies and where it is legitimate and practical to do justice for itself. But is it really the Network's fault if people hate it? Are we really prepared to put our freedom of expression on the line to carry out an indiscriminate crusade against online hate? What is the role of the different platforms in this match? How much does the widespread lack of digital education affect certain drifts? And what is the regulatory framework to refer to today? In this essay full of examples from the recent chronicle, Matteo Grandi closely investigates the phenomenon of pollution of the Network in all its manifestations, to explain what we talk about when we talk about hate.