Storie di sangue, amici e fantasmi. Ricordi di mafia - 9788807173240

Storie di sangue, amici e fantasmi. Ricordi di mafia: "Caro Giovanni, scriverti non è facile, mettere ordine nei tanti pensieri e nelle innumerevoli cose che ho da dirti. C'è quel lieve imbarazzo tipico di quando due vecchi amici, abituati a condividere la quotidianità, fatta di cose grandi e piccole, si rincontrano dopo che per qualche anno si sono persi di vista: basta un saluto, uno sguardo, un abbraccio per ritrovare subito l'antica confidenza." Una lettera a Giovanni Falcone e una a Paolo Borsellino aprono e chiudono questo libro. L'album di una vita passata a lottare contro la mafia accanto ad amici carissimi, che sono anche simboli di impegno civile, e a contatto con boss sanguinari, che possono diventare preziosi collaboratori per la ricerca della verità. Venticinque anni dopo le stragi di Capaci e di via D'Amelio, Pietro Grasso - oggi presidente del Senato, allora magistrato in prima linea nella lotta alla mafia - torna a percorrere le strade di Palermo, l'aula del Maxiprocesso, le campagne rifugio dei latitanti e le tante, troppe scene del crimine in cui ha dovuto scorgere il cadavere di uomini dello Stato trucidati dalla mafia, di amici portati via troppo presto. La prefazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, conosciuto da Grasso durante le sue indagini sull'assassinio del fratello Piersanti, e ritrovato trentacinque anni dopo ai vertici delle istituzioni repubblicane, suggella questo libro, che non rinuncia all'emozione personale, ma vi affianca sempre l'analisi del magistrato e la prospettiva storica di chi ha molto riflettuto sul fenomeno mafioso.
"Dear John, writing to you is not easy, putting order in the many thoughts and countless things I have to say to you. There is that slight embarrassment typical of when two old friends, accustomed to sharing everyday life, made up of things big and small, meet again after a few years they have lost sight: just a greeting, a look, a hug to immediately find the ancient confidence." A letter to Giovanni Falcone and a letter to Paolo Borsellino open and close this book. The album of a life spent fighting the mafia alongside dear friends, who are also symbols of civil commitment, and in contact with bloodthirsty bosses, who can become valuable collaborators for the search for the truth. Twenty-five years after the massacres of Capaci and Via D'Amelio, Pietro Grasso - now president of the Senate, then a magistrate at the forefront of the fight against the mafia - returns to walk the streets of Palermo, the courtroom of the Maxiprocesso, the refugee campaigns of the fugitives and the many, too many crime scenes in which he had to see the corpses of men of the state slaughtered by the mafia, of friends taken away too soon. The foreword of the President of the Republic Sergio Mattarella, known by Grasso during his investigation into the assassination of his brother Piersanti, and found thirty-five years later at the top of the republican institutions, seals this book, which does not he renounces personal emotion, but always supports the analysis of the magistrate and the historical perspective of those who have thought much about the mafia phenomenon.