Frontiere - 9788815267375

Frontiere: La caduta del muro di Berlino, simbolo dell'ordine bipolare sorto dalla seconda guerra mondiale, sembrò inaugurare una stagione in cui sarebbero venute meno molte altre frontiere, insieme alla liberalizzazione e integrazione dei mercati, la creazione di vaste zone di libero scambio, la nascita di una nuova unione politica e monetaria. Solo trent'anni dopo quella tendenza appare invertita e si assiste a una rivalutazione di confini e frontiere, a un'espansione del loro numero e persino alla loro reintroduzione là dove, come in Europa, erano state virtualmente abolite. Un illusorio ritorno di fiamma della sovranità nazionale, un fenomeno controtempo o la rivincita del peso della storia e del potere del luogo? Il fatto che le frontiere siano tornate di attualità, ci avverte l'autore nella sua analisi delle più pericolose linee di faglia che si sono aperte nel mondo contemporaneo, non significa però che esse corrispondano a ciò di cui l'attualità avrebbe bisogno.
The fall of the Berlin wall, symbol of the bipolar order arose from the second world war, seemed to usher in a season in which they would have ceased to exist many other boundaries, together with liberalisation and market integration, the creation of large free trade zones, the birth of a new political and Monetary Union. Only thirty years later, that trend appears to be reversed and there is a reappraisal of borders and boundaries, in an expansion of their numbers and even to their reintroduction there where, as in Europe, had been virtually abolished. An illusory flashback of national sovereignty, a phenomenon syncopation or revenge of the weight of history and the power of the place? The fact that the borders are back to current affairs, warns the author in his analysis of the most dangerous fault lines that have opened up in the contemporary world, does not mean that they match what the news would need.