La qualità del «sentire» ovvero critica della «ragion» musicale - 9788857539454

La qualità del «sentire» ovvero critica della «ragion» musicale: Questo saggio ha come scopo primario quello di interagire con la razionalità scientifica in genere dal punto di vista umanistico-artistico e soprattutto estetico-ricettivo, poiché la musica, fin dal mondo filosofico greco, è stata utilizzata indebitamente per gli scopi pseudoscientifici condizionandone in negativo tutto l'arco evolutivo fino ai nostri giorni, anziché utilizzare le teorie a sostegno della pratica e della realtà sonora vera e propria. Dunque si cercherà di fare chiarezza sulle specificità professionali e disciplinari, evitando gli sconfinamenti indebiti e/o confusivi cui molto spesso oggi - vista la relativizzazione della realtà alla quale siamo soggetti - si rischia di incorrere da ambo le parti, limitando non solo il riduzionismo (a cui molto spesso la scienza mostra di rimanere attaccata, rischiando addirittura di scientificizzare la musica e l'arte in genere, altre volte invece analizzando persino la scienza) ma anche la complessità compilativa fine a se stessa riguardante il mondo umanistico-culturale (poco incline invece ad interagire con la scienza), per una maggiore comprensione della realtà estetico-musicale come fenomeno ricettivo integrale all'interno del mondo sodale-globale per un continuo accrescimento della sensibilità interiore individuale e collettiva.
This essay has as its primary purpose to interact with the scientific rationality in General from the perspective of humanistic, artistic and aesthetic-especially receptive, since music, since Greek philosophical world, has been used wrongly to be pseudoscientific purposes influencing negatively the whole of evolution until nowadays, instead of using the theories in support of sound practice and reality itself. Therefore we will try to bring clarity on disciplinary and professional specificity, avoiding undue encroachment and/or confusivi which very often today-view the relativization of reality to which we are subject-you are likely to incur by both parties, limiting not only the reductionism (that quite often the science shows to stay stuck, risking even to scientificizzare music and art in General , other times by analyzing even factual complexity science) but also an end in itself concerning the world cultural-humanistic (disinclined to interact with science), for greater understanding of reality-music aesthetic as a receptive global integral within the world mate-for continuous enhancement of individual and collective inner sensitivity.