Però un paese ci vuole. Storia di nebbie e contentezza - 9788896052716

Però un paese ci vuole. Storia di nebbie e contentezza: Forse per la prima volta la generazione degli anni Sessanta prende finalmente congedo dal proprio passato in questo romanzo intessuto di sentimento, ma anche di lucida ironia. Un paese: volti che si assomigliano, abitudini che non cambiano. Radici. Francesca torna in quel paese nel 1989, vent'anni dopo averlo lasciato, e ritrova amicizie, parole, amori e canzoni. Tutte le tracce ancora visibili del suo appassionato romanzo di formazione. Scorrono i giorni del grande caldo immobile e delle fiere, dei balli, delle notti piene d'anguria e di "ti ricordi?". Li accompagna l'indimenticabile colonna sonora di un'epoca (Kinks, Beatles, Nomadi, Caselli). Ma questa volta c'è un segreto nell'aria, che fa slittare tutte le prospettive e trae in inganno anche la memoria. Perché Francesca è tornata? Perché qualcuno continua a spedirle misteriose buste gialle? Scritto in un lessico familiare impastato di voci di memoria e di paese, luoghi comuni e poesie, questo diario di una generazione tormentata che ha respirato l'aria del boom e del '68 senza essere mai andata a sedersi in prima fila, rilancia una domanda: da quel paese, da ogni paese, bisogna andarse.
Perhaps for the first time the sixties generation finally takes leave from his past in this novel laced with feeling, but also polishes irony. A country: faces that resemble each other, habits that don't change. Roots. Francesca back in that country in 1989, twenty years after leaving it, and finds friends, words, love stories and songs. All traces still visible of his impassioned bildungsroman. Scroll through the days of the great hot property and of fairs, dances, nights filled with watermelon and "do you remember?". Accompanying the unforgettable soundtrack of an era (Kinks, Beatles, nomads, Caselli). But this time there is no secret in the air, that slide all perspectives and misleads even memory. Because Frances is back? Because someone keeps sending them mysterious yellow envelopes? Written in a familiar sayings kneaded memory items and by country, clich??s and poems, this diary of a troubled generation that has breathed the air of the boom and the ' 68 without ever having gone to sit in the front row, raises a question: from that country, from every country, you have to andarse.