Tralummescuro. Ballata per un paese al tramonto - 9788809885523

Tralummescuro. Ballata per un paese al tramonto: "Radici" è il titolo di uno dei primi album di Francesco Guccini, e radici è la parola che forse più di tutte rappresenta il cuore della sua ispirazione artistica. Radici sono quelle che lo legano a Pàvana - piccolo paese tra Emilia e Toscana dove sorge il mulino di famiglia, vera Macondo appenninica ormai viva nel cuore dei lettori - e radici sono quelle che sa rintracciare dentro le parole, giocando con le etimologie fra l'italiano e il dialetto, come da sempre ama fare. Oggi Pàvana è ormai quasi disabitata, i tetti delle case non fumano più. È in questo silenzio che il narratore evoca per noi i suoni di un tempo lontano, in cui la montagna era luogo laborioso e vivo, terra dura ma accogliente per chi la sapeva rispettare. Rinascono così personaggi, mestieri, suoni, speranze: gli artigiani all'opera in paese o lungo il fiume, i primi sguardi scambiati con le ragazze in vacanza, i giochi, gli animali e i frutti della terra, un orizzonte piccolo ma proprio per questo aperto all'infinito della fantasia. Tra elegia e ballata, queste pagine sono percorse da una continua ricerca delle parole giuste per nominare ricordi, cose e persone del tempo perduto; la malinconia è sempre temperata dalla capacità di sorridere delle umane cose e dalla precisione con cui vengono rievocati gesti, atmosfere, vite non illustri eppure piene di significato. Francesco Guccini non canta più, ma la sua voce si leva di nuovo per noi, alta, forte, piena di poesia, per consegnarci un'opera che è testamento e testimone da raccogliere, in attesa di una nuova aurora del giorno.
"Roots" is the title of one of Francesco Guccini's first albums, and roots is the word that perhaps most of all represents the heart of his artistic inspiration. Roots are those that bind him to Pàvana - a small town between Emilia and Tuscany where the family mill is located, true Apennine Macondo now alive in the hearts of readers - and roots are those that can trace inside the words, playing with the etymologies between Italian and the dialect, as he always loves to do. Today Pàvana is now almost uninhabited, the roofs of the houses no longer smoke. It is in this silence that the narrator evokes for us the sounds of a distant time, in which the mountain was a hard-working and living place, a hard but welcoming land for those who knew how to respect it. Thus are the reborn characters, crafts, sounds, hopes: the artisans at work in the village or along the river, the first glances exchanged with the girls on holiday, the games, the animals and the fruits of the earth, a small horizon but precisely for this one open to the infinite of the Fantasy. Between elegy and ballad, these pages are traveled by a continuous search for the right words to name memories, things and people of lost time; melancholy is always tempered by the ability to smile about human things and the precision with which gestures, atmospheres, lives that are not illustrious yet full of meaning are evoked. Francesco Guccini no longer sings, but his voice rises again for us, high, strong, full of poetry, to give us a work that is testament and witness to be collected, waiting for a new dawn of the day.