Le vie del ritorno. Letteratura, pensiero, caducità - 9788871865706

Le vie del ritorno. Letteratura, pensiero, caducità: "I passi che noi compiamo per inoltrarci nella vita non si rivolgono a un progredire, a un gettarci in avanti. Il nostro progredire cessa con la nascita, quella nascita che darà l'avvio al dolore dell'esilio e che finirà con l'indurci al 'ritorno'. Ecco quanto registra questo libro. Nascita come esilio, dunque; un esilio doloroso e massimamente insicuro. Principio come dolore: tale è l'evento che Stefano Guglielmin tratteggia sotto i nostri occhi. Alle 'vie' del ritorno dall'esilio è dedicato questo libro, non senza qualche avvertenza. A iniziare da quel plurale: 'vie'. Con quel plurale l'autore annuncia che non unica è la via che porta al ritorno. Giungendo a precisare, fin dalle prime pagine dell'opera, che 'ciascuna via del ritorno è già sempre sviata dalla morte, s-centrata, depotenziata o esaltata, e comunque porta altrove'. L'avvertenza è chiara: il cammino che ci aspetta è labirintico. E non potrebbe essere altrimenti se, come Guglielmin chiarisce, la destinazione del ritorno non è mai l'indiviso della metafisica, o il principio incausato delle religioni, o una storica età dell'oro. La terra da raggiungere con il ritorno è sempre una 'terra abitabile': 'un'heimat in cui situarsi se non altro da nomadi, da viandanti', come registra l'autore nel prefiggersi di indagare a questo proposito le vie indicate dall'Orestea di Eschilo, dalle Rime di Cecco Angiolieri, dalle opere di Diderot, Rousseau e Voltaire..." (Dalla postfazione di Flavio Ermini)
"The steps that we do to enter in life do not appeal to an advance, a put forward. Our progress ceases with the birth, the birth that will give the boot to the pain of exile and that will lead to ' return '. That's how this book records. Birth as exile, therefore; a painful exile and extremely insecure. Principle as pain: this is the event that Stefano Guglielmin sketches before our eyes. At ' the streets ' return from exile is dedicated this book, not without some warning. Starting with the plural ' vie '. With the plural the author announces that not only is the road that leads to the return. Arriving to point out, from the very first pages of the work, which is each way back is always already diverted from death, s-centered, weakened or exalted, and still leads elsewhere. The warning is clear: the journey that lies ahead is labyrinthine. And it could not be otherwise if, as Guglielmin, clarifies return is never the undivided of metaphysics, or the principle of religion, uncaused or a historic golden age. The Earth to reach the return is always a ' habitable Earth ': ' a heimat that lay at least by nomads, wanderers ', as the author records in the aim to investigate the ways in this regard indicated the Oresteia of Aeschylus, by Cecco Angiolieri, Rime from the works of Diderot, Rousseau and Voltaire. " (Afterword by Flavio Ebenezer)