Migrantes. Ovvero: la città che ci dobbiamo aspettare - 9788846491053

Migrantes. Ovvero: la città che ci dobbiamo aspettare: È ricorrente nell'immaginario dei sociologi del territorio il chiedersi quale tipo di città ci attenda, ovvero quella che vorremmo si realizzasse. Tra le innumerevoli variabili presenti sul tappeto, il fenomeno immigratorio ci è sembrato particolarmente rilevante. Si tratta di analizzare l'impatto sul già esistente da parte dei nuovi arrivati; le possibili forme di insediamento; le perplessità che la loro presenza ingenera nei residenti storici. Di fronte a una società caratterizzata da una profonda dose di fragilità e di insicurezza, molti dei miti che avevano spinto gli immigrati all'esodo oggi si trasformano in attese tradite. Mentre crescono le spinte - nei nuovi arrivati - a ricercare suggerimenti e indicazioni in quelli che sono i ricordi della cultura di origine. Fenomeno che non lascia immuni le stesse seconde generazioni, dibattute tra una vaga ricerca di integrazione, il richiamo alla continuità col proprio passato e un sotterraneo senso di rivolta. Sullo sfondo il delinearsi di spinte verso il formarsi di aggregazioni etniche spazialmente radicate e circoscritte. Un territorio in crescente fibrillazione, al cui interno la ricerca di sicurezza non può certo risolversi in una mera rinuncia esistenziale. Che tipo di organizzazione territoriale e di città, ma anche di soggetto, ci dobbiamo allora aspettare?
And applicant in the minds of the sociologists wonder what kind of city we wait, that is the position that we would like to come true. Among the many variables on the carpet, the immigration phenomenon it seemed especially relevant. It is to analyze the impact on already exists on the part of newcomers; the possible forms of settlement; the concerns that their presence engenders in the residents. Faced with a society characterized by a deep dose of frailty and insecurity, many of the myths that had pushed immigrants to exodus today turn into expectations dashed. As they grow up-thrusts in newcomers--to seek suggestions and directions in what are memories of the culture of origin. Phenomenon that doesn't leave the same immune second generations, debated between a vague search for integration, the reference to the continuity with their past and a subterranean sense of revolt. In the background the emerging thrusts towards the formation of aggregations spatially circumscribed entrenched and ethnic. A territory in increasing atrial, inside which the search security cannot be solved in a mere existential surrender. What kind of territorial organisation and town but also of subject, we must then wait?