Il profumo del tempo. L'arte di indugiare sulle cose - 9788834332559

Il profumo del tempo. L'arte di indugiare sulle cose: Viviamo in perenne mancanza di tempo. Quasi in apnea, ci affrettiamo per poter fare esperienza di tutto quello che il nostro mondo iperproduttivo ci mette davanti. Accelerare per avere più tempo è diventato l'imperativo della nostra vita. Ma questa 'epoca dell'affanno', in definitiva, ci rende ansiosi, stressati, disorientati. L'accelerazione della tecnologia e delle trasformazioni sociali non solo ha annientato lo spazio e la geografia stessa (ogni luogo è a portata di un clic o di qualche ora di aereo), ma ha atomizzato il tempo, lo ha frammentato in tanti 'attimi presenti' che si sostituiscono l'uno all'altro, che non conoscono più pause e intervalli, soglie e passaggi, e soprattutto non costruiscono più un'unica storia: la nostra. Perché questa disgregazione riguarda anche la nostra identità, che si impoverisce e si riduce, soffocata dalle proprie attività senza durata. Sono queste le riflessioni che Byung-Chul Han, il filosofo coreano che ama riflettere sull'uomo svelandone la situazione critica di fronte agli stimoli della società contemporanea, mette a fuoco in questo libro dal titolo seducente. Percorrendo in modo originale il pensiero filosofico sul tempo, da Aristotele e Tommaso a Heidegger e Arendt, passando per Hegel, Marx e Nietzsche (ma soffermandosi anche a lungo sull'opera di Proust), egli ci mette di fronte a quella che riassume come un'assolutizzazione della vita activa: la necessità di produrre (e consumare) come forma di realizzazione umana, che finisce per sottrarre all'uomo respiro e spirito. Bisogna allora riguadagnare un posto alla vita contemplativa
We live in perpetual lack of time. Almost freediving, we hasten to experience everything that our hyper-productive world puts before us. Accelerating for more time has become the imperative of our lives. But this 'age of heartbreak', ultimately, makes us anxious, stressed, disoriented. The acceleration of technology and social transformations has not only annihilated space and geography itself (every place is within a click or a few hours of airplane), but has atomized time, fragmented it into so many 'present moments' that replace each other, who no longer know breaks and intervals, goals and passages, and above all no longer build a single story: ours. Because this disintegration also concerns our identity, which is impoverished and reduced, stifled by its activities without duration. These are the reflections that Byung-Chul Han, the Korean philosopher who likes to reflect on man by revealing its critical situation in the face of the stimuli of contemporary society, focuses on this book with a seductive title. In an original way, he takes philosophical thought about time, from Aristotle and Thomas to Heidegger and Arendt, passing through Hegel, Marx and Nietzsche (but also dwelling at length on Proust's work), he puts us in front of what sums up as an absolutization of activa life: the need to produce (and consume) as a form of human realization, which ends up taking away from man breath and spirit. It is therefore necessary to regain a place in contemplative life