I calabroni - 9788823523517

I calabroni: «Era il 1966 quando l'autore austriaco, che debuttando a teatro nello stesso anno aveva fatto scalpore con i suoi Insulti al pubblico, esordiva nella narrativa lanciando, a quel medesimo pubblico creativamente maltrattato, la sua sfida, stuzzicandolo con una provocazione, spiazzandolo con una storia costruita - o frantumata - come un rebus, un puzzle, un enigma. Il romanzo rifiuta di lasciarsi riassumere, è composto da episodi che resistono a farsi ricondurre a un insieme coerente, è presentato da un titolo che non concede indizi per una risoluzione né la traccia per una univoca interpretazione. Volendo estrarre il nucleo, l'ossatura di un plot, si rischia di far svanire il fascino perturbante di questo mosaico narrativo. Due ragazzi, due fratelli, giocano un giorno d'estate vicino al fiume e, mentre saltano da una riva all'altra, uno dei due scivola in acqua e annega. Il terzo fratello, il narratore, diviene cieco quel giorno e alla cieca procede attraverso le proprie percezioni e sensazioni sondando l'accaduto. Ma allora chi sono i calabroni? Sono le parole armate di pungiglione? I detentori di un punto di vista sfuggente, messo a fuoco da occhi sfaccettati in vari ocelli e capaci di guardare anche al buio? I volatori su traiettorie apparentemente caotiche e segretamente rispondenti a una linea misteriosa, come questa scrittura? Oppure sono i diretti parenti - nonché i voraci predatori - delle numerose figure animali che popolano il paesaggio rurale della Carinzia meridionale dove Handke è cresciuto, descritti uno dopo l'altro come arcani simboli viventi: la vespa, il taf
"It was 1966 when the Austrian author, who made his stage debut in the same year, caused a stir with his Insults to the audience, debuting in the narrative by launching, to that same creatively mistreated audience, his challenge, teasing him with a provocation, unsettling him with a story built - or shattered - like a rebus, a puzzle, an enigma. The novel refuses to be summed up, it is composed of episodes that resist being traced back to a coherent whole, it is presented by a title that does not grant clues for a resolution nor the trace for a unique interpretation. If you want to extract the core, the skeleton of a plot, you risk to vanish the disturbing charm of this narrative mosaic. Two boys, two brothers, play one summer day by the river and, as they jump from one bank to another, one of them slips into the water and drowns. The third brother, the narrator, goes blind that day and blindly proceeds through his own perceptions and sensations by probing what happened. So who are the hornets? Are the words armed in sting? The holders of an elusive point of view, focused by faceted eyes in various ocelli and able to look even in the dark? The fliers on seemingly chaotic trajectories secretly responding to a mysterious line, like this writing? Or are the direct relatives - as well as the voracious predators - of the many animal figures that populate the rural landscape of southern Carinthia where Handke grew up, described one after another as arcane living symbols: the wasp, the taf