Uno spettro si aggira per l'Europa. Il mito del bolscevismo giudaico - 9788806242435

Uno spettro si aggira per l'Europa. Il mito del bolscevismo giudaico: Per gran parte del XX secolo, l'Europa è stata perseguitata da una minaccia scaturita dalla propria immaginazione: il bolscevismo giudaico. Questo mito - che riteneva il comunismo un complotto ebraico volto a distruggere le nazioni d'Europa - era una fantasia paranoica, eppure i timori di una cospirazione giudaico-bolscevica si affermarono dopo la Rivoluzione russa e si diffusero in tutta Europa. E durante la Seconda guerra mondiale tali paure contribuirono a seminare la morte, l'odio e l'orrore. Il racconto di Paul Hanebrink inizia con i movimenti controrivoluzionari che turbavano l'Europa alla fine della Prima guerra mondiale. Fascisti, nazisti, cristiani conservatori e molti altri europei, terrorizzati dal comunismo, immaginavano i bolscevichi ebrei come nemici sul punto di varcare i confini per sovvertire l'ordine dall'interno con le loro idee devastanti. Negli anni che seguirono, il bolscevismo giudaico fu un'arma politica potente e facile da usare. Dopo l'Olocausto, quello spettro, lungi dal morire, semplicemente si modificò, diventando uno dei componenti della guerra fredda. Dopo un'ennesima trasformazione, persiste ancora oggi su entrambe le sponde dell'Atlantico nella politica tossica del nazionalismo di destra rivitalizzato.
For much of the 20th century, Europe was persecuted by a threat from its own imagination: Jewish Bolshevism. This myth - which he considered communism to be a Jewish plot to destroy the nations of Europe - was a paranoid fantasy, yet fears of a Jewish-Bolshevik conspiracy became established after the Russian Revolution and spread throughout Europe. And during World War II, these fears helped sow death, hatred, and horror. Paul Hanebrink's story begins with the counter-revolutionary movements that troubled Europe at the end of World War I. Fascists, Nazis, conservative Christians and many other Europeans, terrified of communism, imagined the Jewish Bolsheviks as enemies on the verge of crossing borders to subvert order from within with their devastating ideas. In the years that followed, Judaic Bolshevism was a powerful and easy-to-use political weapon. After the Holocaust, that spectre, far from dying, simply changed, becoming one of the components of the Cold War. After yet another transformation, it still persists today on both sides of the Atlantic in the toxic politics of revitalized right-wing nationalism.