I tessitori - 9788865968116

I tessitori: In questo dramma politico-sociale, Hauptmann racconta la rivolta dei tessitori in Slesia nella prima metà dell'800, descrivendo la terribile miseria in cui versavano e la dura lotta per la sopravvivenza, che portarono alcuni a rassegnarsi passivamente, attendendo la morte come un'amica, altri a rivoltarsi ai fabbricanti e a commettere atti di violenza al fine di garantirsi un'esistenza migliore. "Un vero fabbricante tiene sotto di sé due-trecento tessitori con la semplicità con cui beve un uovo fresco. Non lascia loro nemmeno un paio di ossa marcite da rosicchiare. Una creatura siffatta ha quattro stomaci come una vacca e zanne affilate come quelle di un lupo (...)". In quest'opera fondamentale del teatro naturalistico tedesco, tanto da essere ritenuta eversiva e pericolosa per la stabilità morale e sociale, lo sguardo disincantato dell'autore pone al centro la massa, donne, uomini e bambini pallidi, emaciati, perennemente affamati, la cui condizione si staglia in aperto contrasto con la cricca dei fabbricanti, circondati dal lusso e adagiati in un benessere a cui per nulla al mondo intendono rinunciare. Un'aspra critica alla tirannia che porta all'annientamento di ogni senso di umanità e di coscienza.
In this political-social drama, Hauptmann recounts the revolt of the weavers in Silesia in the first half of the 1800s, describing the terrible misery they were in and the hard struggle for survival, which led some to resign passively, waiting for the death as a friend, others to turn to the manufacturers and to commit acts of violence in order to ensure a better life. "A true manufacturer keeps two to three hundred weavers under him with the simplicity with which he drinks a fresh egg. It doesn't leave them a couple of rotten bones to gnaw on. Such a creature has four stomaci as a cow and fangs as sharp as those of a wolf (...)". In this fundamental work of German naturalistic theatre, so much so that it is considered eversive and dangerous for moral and social stability, the author's disenchanted gaze places at the center the mass, pale, emaciated men and children, perpetually hungry, whose condition stands out in open contrast to the clique of manufacturers, surrounded by luxury and placed in a well-being that the world intends to give up for nothing. A harsh critique of tyranny that leads to the annihilation of every sense of humanity and conscience.