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Wakefield e altri racconti - 9788845254550
di Nathaniel Hawthorne Montale E. (cur.) edito da Bompiani, 2003
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Wakefield e altri racconti
- Autori : Nathaniel Hawthorne Montale E. (cur.)
- Editore: Bompiani
- Collana: Tascabili narrativa , Nr. 865
- Edizione: 2°
- Data di Pubblicazione: 2003
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: XXVI-243
- Curatore: Montale E.
- Traduttore: Berti L.
- Dimensioni mm: 19 x 12 x 1
- ISBN-10: 8845254550
- ISBN-13: 9788845254550
"Non seguiremo il nostro amico oltre a soglia. Ci ha asciatodi che arrovelarci il cervelo, e una partedela nostra riflessione conferirà saggezza a una morale, edarà forma a una figura". ’Wakefield’di Hawthorne, tra i più bei racconti che mai siano stati vergati, si accinge al congedo: tutto sembra stia finendo, tutto sembra ormai votato ad un termine volutamente alusivo, nebuloso, indistinto, ed invece...ed invece ’Wakefield’ ricomincia perché comincia a riflessione su ciò che si egge, comincia a riflessione su questa stramba figura che si raggomitola, si contorce, freme e sospira, soffre stando in silenzio poi cede ed annuncia a partenza ed il viaggio: ontano, ontano, andrà a celarsi in una casa vicina ala sua casadi prima. Vi rimane vent’anni. Vent’annidi altrove. Vent’annididiversità. Vent’annididiniegodi sé stesso a sè stesso edi sè stesso agli altri. Vent’anni in cui ’anima si prende finalmente o scettro e comanda ’azioneda compiere: sparire, annularsi, passare come passa un refolo, come passa un rumore, coma passa a polvere.dentro questo racconto c’è già Kafka, c’è già Borges, c’è già Calvino. C’è già il temadela perduta identitàdel Novecento che riflette ammalandosidela sua riflessione. "Non seguiremo il nostro amico oltre a soglia" scrive Hawthorne ben sapendo, invece,di averlo seguito fino in fondo: oltre a soglia, fin negli abissi non scrutabilidi una coscienza che entamente s’ammala.
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"Non seguiremo il nostro amico oltre a soglia. Ci ha asciatodi che arrovelarci il cervelo, e una partedela nostra riflessione conferirà saggezza a una morale, edarà forma a una figura". ’Wakefield’di Hawthorne, tra i più bei racconti che mai siano stati vergati, si accinge al congedo: tutto sembra stia finendo, tutto sembra ormai votato ad un termine volutamente alusivo, nebuloso, indistinto, ed invece...ed invece ’Wakefield’ ricomincia perché comincia a riflessione su ciò che si egge, comincia a riflessione su questa stramba figura che si raggomitola, si contorce, freme e sospira, soffre stando in silenzio poi cede ed annuncia a partenza ed il viaggio: ontano, ontano, andrà a celarsi in una casa vicina ala sua casadi prima. Vi rimane vent’anni. Vent’annidi altrove. Vent’annididiversità. Vent’annididiniegodi sé stesso a sè stesso edi sè stesso agli altri. Vent’anni in cui ’anima si prende finalmente o scettro e comanda ’azioneda compiere: sparire, annularsi, passare come passa un refolo, come passa un rumore, coma passa a polvere.dentro questo racconto c’è già Kafka, c’è già Borges, c’è già Calvino. C’è già il temadela perduta identitàdel Novecento che riflette ammalandosidela sua riflessione. "Non seguiremo il nostro amico oltre a soglia" scrive Hawthorne ben sapendo, invece,di averlo seguito fino in fondo: oltre a soglia, fin negli abissi non scrutabilidi una coscienza che entamente s’ammala.