Gli dèi in esilio - 9788845903694

Gli dèi in esilio: Tutto l'Ottocento è traversato dalla riscoperta degli dèi pagani - e uno dei momenti più intensi di tale processo è segnato da questi testi di Heine, il grande poeta tedesco che ebbe il singolare destino di essere amato con uguale passione da Marx e da Nietzsche. Nei quattro scritti qui raccolti - due di carattere saggistico, «Gli spiriti elementari» e «Gli dèi in esilio», due in forma di pantomima danzata, «La dea Diana» e «Il dottor Faust», Heine ci racconta, con la sua sovrana grazia di narratore, «la trasformazione subita dagli dèi greco-romani allorché il cristianesimo conquistò il dominio del mondo». Esplorando le leggende, le fiabe e le superstizioni medioevali incontriamo così, sotto tratti demonizzati, gli antichi dèi: segno non solo del loro esilio, ma della loro incancellabile vita. Quelle potenze - Heine ci suggerisce - sono ancora fra noi: ma, se ci ostiniamo a non riconoscerle, la «dea Diana» potrà apparire come una «femme fatale» che conduce alla rovina, e il moderno Faust sarà ingannato da una seducente Mephistophela. Un ricco materiale mitologico e fiabesco viene qui animato dall'ironia penetrante, dalla nostalgia febbrile, dalla nervosità morbida che sono peculiari di Heine e ci introducono direttamente a tutta la sensibilità 'moderna'. Dall'Olimpo ai roghi delle streghe, alle foreste germaniche, al «demi-monde» parigino: ovunque Heine ci trascina, sulle tracce dei suoi esseri divini, come in un amabile «feuilleton»: ma in ogni sua pagina troviamo accenni lucidissimi a temi che poi avrebbero ossessionato tutta la cultura europea: l'amore per i Greci e il s
The whole nineteenth century is crossed by the rediscovery of pagan gods - and one of the most intense moments of this process is marked by these texts by Heine, the great German poet who had the singular destiny of being loved with equal passion by Marx and Nietzsche. In the four writings collected here - two of an essayistic nature, "The Elementary Spirits" and "The Gods in Exile", two in the form of a danced pantomime, "The Goddess Diana" and "Dr. Faust", Heine tells us, with her sovereign grace as a narrator, "the transformation undergone by the Greco-Roman gods when Christianity conquered world domination". Exploring medieval legends, fairy tales and superstitions we thus encounter, under demonized traits, the ancient gods: a sign not only of their exile, but of their indelible life. Those powers, Heine suggests, are still among us: but, if we persist in not recognizing them, the "goddess Diana" may appear as a "femme fatale" leading to ruin, and the modern Faust will be deceived by a seductive Mephistophela. A rich mythological and fairytale material is animated here by the penetrating irony, feverish nostalgia, soft nervousness that are peculiar to Heine and introduce us directly to all the 'modern' sensibility. From Olympus to the burning of witches, to the Germanic forests, to the Parisian "demi-monde": everywhere Heine drags us, on the trail of her divine beings, as in a lovable "feuilleton": but in every page we find very lucid references to themes that would then haunt the whole European culture: love for the Greeks and the