Vedere l'invisibile. Saggio su Kandinskij - 9788860101877

Vedere l'invisibile. Saggio su Kandinskij: Ogni fenomeno è traccia materiale delle forze invisibili che l'hanno generato, fusione indissolubile di contenuto e forma, di elementi interiori ed esteriori. Così va intesa quella pittura che, affrancata da propositi figurativi, aspira a incarnare sensazioni, emozioni e passioni, in una parola: l'intima essenza della vita. Tale era il senso della rivoluzione operata all'alba del secolo scorso da Kandinsky, il fondatore della pittura astratta. Tale è l'oggetto di indagine di questo saggio di Michel Henry, il cui pensiero fenomenologico si snoda tutto attorno al tema della vita, quella vita che il "pioniere dei pionieri", mira a rappresentare pittoricamente nella sua pulsante invisibilità. Non si tratta più di "astrarre da" qualche elemento del mondo visibile, né di cogliere un'esteriorità già di per sé costituita per restituirla in forma di immagine più o meno mimetica. La sfida è far venire alla luce qualcosa che prima non esisteva se non in una dimensione clandestina. Ma se il mezzo pittorico, per sua stessa definizione, è esibizione del visibile che si manifesta in forme e colori, come può dar corpo a una realtà nascosta alla vista? A partire dall'analisi dei testi teorici che hanno accompagnato lo sviluppo dell'arte astratta di Kandinsky e che ne costituiscono la via d'accesso privilegia- - ta, Henry mostra come l'artista separi colore e linea dalle costrizioni della forma visibile: ogni linea è il prodotto di una forza, ogni colore è legato a una tonalità affettiva, a una sonorità interiore. Se siamo essenzialmente forza e affetto, allora linee e colori permettono al n
Every phenomenon is invisible forces that have generated material trace, indissoluble merger of content and form, of inner and outer elements. So it must be understood that painting, franked by figurative purposes, aspires to embody sensations, emotions and passions, in a Word, the very essence of life. Such was the sense of the revolution made at the dawn of the last century by Kandinsky, the founder of abstract painting. Such is the object of investigation of this essay by Michel Henry, whose phenomenological thinking winds its way all around the theme of life, the life that the "pioneer of the pioneers", aims to represent pictorially in his stealth button. It is no longer "abstract from" some element of the visible world, nor to seize an externality itself set up to return it in the form of an image more or less camouflage. The challenge is to bring to light something that didn't exist before except in one dimension. But if the medium of painting, by its very definition, is visible performance manifested in shapes and colors, as can give substance to a reality hidden from view? Starting from the analysis of theoretical texts that have accompanied the development of abstract art by Kandinsky and which constitute the privileged access route-ta, Henry shows how the artist separated color and line from the constraints of visible form: each line is the product of a force, each color is tied to an affective tonality, inner sound. If we are essentially force and affect, then lines and colours enable n