Il Suicidio e l'anima - 9788845924606

Il Suicidio e l'anima: Se il suicidio è certamente il più violato fra i tabù -oggi più che mai, come testimoniano le cronache -, rimane nondimeno, nella percezione comune, lo scandalo supremo, il gesto inaccettabile. Il diritto lo ha giudicato per molto tempo un reato; la religione lo considera peccato, condannandolo come atto di ribellione e apostasia; la società lo rifiuta, tendendo a sottacerlo o a giustificarlo con la follia, quasi fosse l'aberrazione antisociale per eccellenza. E non si può dire che siano mancate riflessioni e analisi - da John Donne a Hume, da Voltaire a Schopenhauer, da Durkheim alla messe di studi psicologici e psichiatrici - volte a spiegarlo. Il problema, nella sua essenza, è rimasto intatto. James Hillman capovolge qui ogni prospettiva. Come egli stesso scrive, non senza vigore polemico, questo libro "mette in discussione la prevenzione del suicidio; va a indagare l'esperienza della morte; accosta la questione del suicidio non dal punto di vista della vita, della società e della "salute mentale", bensì in relazione alla morte e all'anima. Considera il suicidio non soltanto come una via di uscita dalla vita, ma anche come una via di ingresso nella morte". Poiché nell'esperienza della morte l'anima trova una rigenerazione, l'impulso suicida non va necessariamente concepito come una mossa contro la vita, ma come un andare incontro al bisogno imperioso di una vita più piena. Più che di essere spiegato, ci dice in sostanza Hillman, il suicidio attende di essere compreso.
If suicide is certainly the most breached between the taboo-now more than ever, as evidenced by the Chronicles-common perception, however, remains, the scandal Supreme, the gesture unacceptable. The right he judged it for a long time a criminal offence; the religion considers him sin, condemning it as an act of rebellion and apostasy; the company rejects him, tending to sottacerlo or to justify it with madness, as if it were the aberration antisocial par excellence. And you can't say that they miss reflections and analysis-from John Donne to Hume, from Voltaire to Schopenhauer, from Durkheim to masses of psychological and psychiatric-studies aimed at explaining it. The problem, in its essence, has remained intact. James Hillman tips here every prospect. As he says, not without force contentious, this book "calls into question the suicide prevention; goes off to investigate the experience of death; pull over the issue of suicide from the perspective of life, society and mental health ", but rather in relation to the death and the soul. Considering suicide not only as an escape from life, but also as a route of entry into death ". Because the experience of death the soul is a suicidal impulse regeneration is wrong necessarily conceived as a move against life, but as a meet the imperious need of a life more fully. Rather than being explained, we essentially says Hillman, suicide is waiting to be understood.