Berlino 1936. Quei sedici giorni d'agosto - 9788859238522

Berlino 1936. Quei sedici giorni d'agosto: Berlino, estate 1936. Adolf Hitler è cancelliere del Reich da tre anni, le persecuzioni contro gli ebrei e le minoranze avanzano inesorabilmente e la Germania nazista si sta preparando a una guerra devastante. Ma poi cominciano le Olimpiadi: gli occhi di tutto il mondo sono puntati sulla capitale tedesca invasa da una folla di sportivi, delegazioni olimpiche, personalità e giornalisti di ogni paese e orientamento politico. Il regime vuole mostrare al mondo una metropoli cosmopolita, e così accade l'imprevedibile: quei sedici giorni d'agosto si trasformano in una specie di parentesi idilliaca nella marcia verso il baratro. La città è festosa e aperta, le persecuzioni cessano, i locali notturni sono pieni di una folla multicolore e negli impianti sportivi le gerarchie naziste assistono con fair play alle sconfitte dei propri sportivi e persino al trionfo del velocista afroamericano Jesse Owens. Ma la poderosa macchina della propaganda messa in moto dagli uomini del Führer non tollera il minimo inciampo, e sotto questa superficie tollerante e levigata si rincorrono freneticamente gli avvisi della polizia segreta e gli ordini impartiti ai media nazionali: guai a parlare di campi di concentramento, nessun accenno alle leggi razziali, tutto è regolato fino ai dettagli, come nei fotogrammi perfetti del film che Leni Riefenstahl, la regista più amata da Hitler, sta girando negli impianti sportivi con un dispiegamento di mezzi tecnologici mai visti prima. Oliver Hilmes racconta quei sedici straordinari giorni seguendo la vita quotidiana di una moltitudine di personaggi famosi e di u
Berlin, summer 1936. Adolf Hitler is Chancellor for the last three years, the persecutions against Jews and minorities they advance inexorably and Nazi Germany is preparing to a devastating war. But then they start the Olympics: the eyes of the world are trained on the German capital overrun by crowds of Olympic sports delegations, personalities and journalists from every country and political orientation. The regime wants to show the world a cosmopolitan metropolis, and it so happens the unpredictable: those sixteen days of August are transformed into a sort of idyllic interlude in March towards the abyss. The city is festive and open, the persecutions cease, the nightclubs are full of a multicoloured crowd in sports Nazi hierarchies assist with fair play to defeats of its athletes and even the triumph of African American sprinter Jesse Owens. But the powerful propaganda machine set in motion by the men of the F??hrer does not tolerate the slightest stumble, and beneath this surface tolerant and smoother running frantically warnings of the secret police and the orders given to the national media: woe to talk about concentration camps, no mention of the racial laws, everything is set up to detail, as in perfect frames of movies that Leni Riefenstahl, Hitler's favorite filmmaker, is shooting in sports with a deployment of means technology never seen before. Oliver Hilmes tells those sixteen extraordinary days following the daily life of a multitude of celebrities and of u