Fuggitiva perché regina - 9788845296246

Fuggitiva perché regina: In una certa misura, nessuno di noi può dire di aver conosciuto fino in fondo i propri genitori. La protagonista di questo romanzo, per esempio, è una di quelle donne per cui la maternità ha significato un grande conforto e al tempo stesso un peso quasi insostenibile. Bellissima ed eccentrica, molto amata eppure sempre sola, piena di spirito ma divorata dalle depressioni, Catherine è per le sue figlie una madre grandiosa e sfuggente, come il titolo proustiano di questo libro dice con poetica precisione. Per ritrovarla, la figlia minore ormai adulta intraprende un cammino a ritroso, guidata da un'intuizione: "La sua vita me l'aveva raccontata nei minimi dettagli, ma per darle corpo occorreva immaginarla, interpretarla. Dovevo farmi narratrice a mia volta, per restituirle la sua umanità." È così che grazie a una modulazione sapiente del punto di vista sperimentiamo la sensazione quasi fisica del cambiamento dei sentimenti di una bambina di fronte all'oggetto del suo amore, del suo orgoglio e della sua disperazione. A mano a mano che il personaggio di Catherine cresce, dietro l'eroina incantevole ed eccessiva scopriamo la ragazza dilaniata da un desiderio di libertà che si scontra con ciò che gli altri, la società ma anche le sue stesse figlie, si aspettano da lei. Il romanzo di una donna del Novecento, un mémoir che è liberatorio perché conduce al perdono: uno dei più grandi atti d'amore possibili verso chi ci ha generati.
To some extent, none of us can say that we have known our parents to the fullest. The protagonist of this novel, for example, is one of those women for whom motherhood has meant a great comfort and at the same time an almost unbearable burden. Beautiful and eccentric, much loved yet always alone, full of spirit but devoured by depressions, Catherine is for her daughters a great and elusive mother, as the Proustian title of this book says with poetic precision. To find her, her older daughter, now an adult, embarks on a journey backwards, guided by an intuition: "Her life had told me in detail, but to give her body it was necessary to imagine her, to interpret her. I had to make myself a storyteller myself, to give her back her humanity." This is how, thanks to a wise modulation of the point of view, we experience the almost physical sensation of the change in a little girl's feelings in the face of the object of her love, pride and despair. As Catherine's character grows, behind the enchanting and excessive heroine we discover the girl who is belated by a desire for freedom that clashes with what others, society but also her own daughters, expect from her. The novel of a woman of the twentieth century, a mémoir that is liberating because it leads to forgiveness: one of the greatest acts of love possible towards those who generated us.