La crisi della civiltà - 9788895563930

La crisi della civiltà: "Noi viviamo in un mondo ossessionato. E lo sappiamo". Con queste parole si apre il volume "La crisi della civiltà", in cui la pacatezza dei toni, confusa da alcuni con disinvoltura professorale, non cela la drammaticità della denuncia delle immani tragedie che gli uomini del Novecento stavano per affrontare di lì a poco. Una realtà incalzante scopre il senso di "decadimento", che coinvolge quanto fino ad allora era stato possibile considerare saldo e sacro: "Verità e umanità, ragione e diritto". L'opera ha rappresentato un grido d'allarme lanciato da uno studioso di fama internazionale per ricordare il valore irrinunciabile della libertà e della dignità umana. Tanto più che rispetto ad altri scritti della cosiddetta "letteratura della crisi", Huizinga mantiene ferma la fiducia in una prospettiva europea e internazionalista capace di coniugare il recupero di istanze morali e sociali, al ripristino di saldi e tradizionali principi liberali. Niente potrà l'intervento di forze esterne come la chiesa, il partito, la scuola, lo stato, per gettare le basi rinnovate di una civiltà che ha bisogno invece di un habitus spirituale integralmente nuovo. In luogo di una politica fondata sull'egoismo, ci si attende piuttosto una regolazione dei rapporti "sulla base di una larga comprensione internazionale, di un vicendevole riconoscimento dei desideri legittimi, del rispetto del diritto e dell'interesse altrui.
"We live in a world obsessed with. And we know it. " With these words he opens the book "the crisis of civilization," where the calmness of tones, confused by some with Professorial aplomb, does not conceal the drama of complaint of enormous tragedies that men of the 20th century were about to face very soon. A relentless reality discovers the meaning of "decay", involving what had hitherto been possible to consider sacred balance: "Truth and humanity, reason and law". The work represented a cry of warning issued by a scholar of international repute to remember the value of freedom and human dignity. More so than other writings of so-called "literature of the crisis", Huizinga keeps confidence in a European perspective and internationalist that can combine the recovery of moral and social instances, restoring balances and traditional liberal principles. Nothing will the intervention of outside forces like the Church, the school, the State party, in order to lay the foundations of a renewed civilization that needs instead of a spiritual habit entirely new. In place of a policy founded on selfishness, we expect quite a regulation of relations "based on a broad international understanding, a mutual recognition of legitimate desires, of respect for the law and the interests of others.