Il dono oscuro - 9788845934094

Il dono oscuro: Ci sono libri che sembrano sottrarsi a ogni giudizio o classificazione, perché parlano da un luogo così distante che è difficile anche solo individuarne la fisionomia. Sono porte che si aprono su altri mondi - mondi nei quali, senza di loro, ci sarebbe impossibile entrare. Libri come questo, di John M. Hull: una delle più precise e asciutte testimonianze su che cosa significhi quel particolare stato della vita e della coscienza che chiamiamo cecità, scritta in forma di diario da un uomo che non è nato cieco, ma lo è diventato a quarant'anni. Hull però non si limita a raccontare la sua lenta discesa verso la cecità: parte proprio da questa, per arrivare alla sobria descrizione di qualcos'altro, quello che lui chiama «il dono oscuro». Uno stato ultimo e molto raro, dove la mente recide ogni residuo legame con i suoi fantasmi perché li dimentica, diventando incapace anche di tradurre tutte quelle approssimative informazioni che il mondo le invia attraverso gli altri sensi, e non potendo così fare altro, per sopravvivere, che inventare un nuovo linguaggio, o altrimenti sprofondare in sé stessa. «Non esiste, che io sappia, un resoconto altrettanto minuzioso, affascinante (e terrificante) di come non solo l'occhio esterno, ma anche quello "interno" svanisca con la cecità» ha osservato Oliver Sacks. E «se Wittgenstein fosse diventato cieco, avrebbe scritto un libro come questo».
There are books that seem to evade any judgement or classification, because they speak from a place so distant that it is difficult even to identify its physiognomy. They are doors that open up to other worlds-worlds in which, without them, there would be impossible to enter. Books like this, by John M. Hull: One of the most precise and dry testimonies of what that particular state of life and consciousness means, which we call blindness, written in the form of a diary by a man who was not born blind, but has become forty years old. Hull, however, does not merely tell its slow descent towards blindness: It starts from this, to arrive at the sober description of something else, what he calls "the dark gift." A last and very rare state, where the mind cuts off any residual bond with its ghosts because it forgets them, becoming incapable even of translating all the approximate information that the world sends through the other senses, and not being able to do anything else, To survive, to invent a new language, or otherwise to sink into itself. "There is no such thing as I know, an equally meticulous, fascinating (and terrifying) account of how not only the external eye, but also the" interior "wears off with blindness," observed Oliver Sacks. And "If Wittgenstein had become blind, he would have written a book like this."