Meglio regnare all'inferno. Perché i serial killer popolano il cinema, la letteratura e la televisione - 9788867087525

Meglio regnare all'inferno. Perché i serial killer popolano il cinema, la letteratura e la televisione: Negli ultimi quarant'anni il serial killer è diventato sempre più popolare. Protagonista di film, romanzi, graphic novel e serie televisive, nella cultura pop è ritratto come una persona intelligente, astuta e capace, spesso come un vero intellettuale o artista della morte. Eppure le statistiche dimostrano che l'omicidio seriale non è in realtà così frequente come i media e la fiction farebbero supporre. Come si spiega, allora, questa sua presenza sempre più invadente? È una metafora della violenza e della solitudine che affliggono la società contemporanea? Forse. Ma c'è di più. Mario Iannaccone svela gli interessi che si nascondono dietro l'uso politico di un fenomeno molto circoscritto, dimostra come fatti di cronaca sanguinari vengano manipolati per rafforzare l'influenza di alcuni gruppi di pressione, e spiega come attorno al serial killer sia stato costruito tutto un mondo al solo scopo di rendere il problema più importante di quanto non sia: dall'istituzione di unità dedicate al suo studio (come l'americana Behavioral Science Unit) alla nascita di nuove figure professionali, quali il prodiere il mindhunter. Questo libro analizza il fenomeno da un punto di vista antropologico, sociologico, psicologico e politico, raccontando i casi celebri (i killer divenuti star nel loro campo), riflettendo sull'ansia sociale che hanno determinato, documentando l'interesse dimostrato da registi, scrittori e produttori e il fascino esercitato sul grande pubblico. Dalla politica alla psichiatria, dalla criminologia al cinema, Iannaccone accompagna il lettore alla scoperta di coloro che,
Over the past forty years the serial killer has become increasingly popular. Starring in movies, novels, graphic novels and television series, in pop culture is portrayed as an intelligent person, smart and capable, often as a real intellectual or artist of death. Yet statistics show that serial murder is actually not so frequent as media and fiction would assume. How do you explain, then, his presence more and more intrusive? Is a metaphor for the loneliness and violence afflicting contemporary society? Maybe. But there's more. Mario Ian reveals the interests behind the political use of a very limited phenomenon, shows how bloodthirsty events manipulated to strengthen the influence of certain pressure groups, and explains how around the serial killer has been built around a world for the sole purpose of making the issue more important than it is: since the establishment of units dedicated to his studio (like the American Behavioral Science Unit) to the emergence of new professionals, such as Bowman on mindhunter. This book analyzes the phenomenon from an anthropological point of view, sociological, psychological and political, recounting the famous cases (the killers have become stars in their field), reflecting on social anxiety that led, documenting your interest from directors, writers and producers and the appeal on the general public. From politics to psychiatry, from Criminology to cinema, Ian takes the reader to discover those who,