Arma nostra sunt libri. Manoscritti e incunaboli miniati della Biblioteca di San Domenico Maggiore di Napoli - 9788864340999

Arma nostra sunt libri. Manoscritti e incunaboli miniati della Biblioteca di San Domenico Maggiore di Napoli: Il volume affronta, per la prima volta, lo studio dei codici e degli incunaboli miniati provenienti dalla biblioteca del convento di San Domenico Maggiore di Napoli. L'indagine fa emergere un patrimonio librario poco noto, costituito in larga parte da manoscritti databili dal XII al XVI secolo, talvolta di notevole valore storico-artistico, gettando parallelamente luce sulla storia della biblioteca conventuale. Dall'analisi di tale patrimonio affiorano, infatti, anche le vicende della formazione, dell'incremento e del declino della biblioteca, e in particolare le dinamiche sottese al suo sviluppo. Oltre ad alcuni volumi miniati realizzati a Napoli, appartenevano alla libraria conventuale anche manoscritti e incunaboli prodotti in altre aree geografiche: Padova, Venezia, Bologna, Roma e il Lazio, il Piemonte, la Toscana, la Calabria e l'Abruzzo, la Francia e l'Inghilterra. Essi testimoniano l'ampio raggio dei contatti intrattenuti dal convento napoletano e offrono in molti casi un contributo nuovo alla conoscenza della miniatura fiorita nei vari centri di produzione.
The volume addresses, for the first time, the study of codes and illuminated incunabula from the library of the convent of San Domenico Maggiore in Naples. The survey reveals a little-known book heritage, formed largely from manuscripts dating from the twelfth to the sixteenth century, sometimes of considerable historic and artistic value, throwing light on the history of the monastery library in parallel. From the analysis of this heritage crop up, even the stories of training, increase and decline of the library, and in particular the dynamics underlying the development. Besides some illuminated volumes made in Naples, belonged to the convent library manuscripts and incunabula also produced in other regions in Padua, Venice, Bologna, Rome and Lazio, Piedmont, Tuscany, Calabria and Abruzzo, France and England. They testify to the wide range of contacts maintained by Neapolitan convent and offer in many cases a new contribution to the knowledge of miniature flourished in the various production centres.