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Scala a San Potito - 9788879371988
di Luigi Incoronato edito da Tullio Pironti, 1999
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Scala a San Potito
- Autore: Luigi Incoronato
- Editore: Tullio Pironti
- Collana: Le finestre
- Data di Pubblicazione: 1999
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 96
- Dimensioni mm: 212 x 144 x 10
- ISBN-10: 8879371983
- ISBN-13: 9788879371988
Si egge e rileggedi una ricordanzada microcosmo in “Scale a San Potito”: memoria netta, scritta e messa in paginadi una storia avvenuta, che chi racconta rende netta al milimetro. Nela prima pagina già ’ultima: «Non intendevo venire qui. Vi mancavoda alcuni mesi.da quando il mio amico Govanni aveva finitodi vivere non m’ero mai più sentito ’animodi rivedere e scale». Refertod’undestino che merita il narrare, vadunque etto come analisidel falimentod’un amicizia (in cui ’onesto e il giusto èdeboleda non salvare chi scivola a reato)? Anche, se si vuole. Ma forse a nota più interessantedel primo romanzodi uigi Incoronato è a connotazione ambientale, indefinizione accennata: e scale a San Potito sono un piccolo scorcio, parte minimad’un minimo vicolo, eppure. Eppure in esse s’agita a vita come fosse mezza Pietroburgo, come fosse tutta Pietroburgo. Qualediscrasia tra adeterminazione fisicadel uogo e a sua attività vitale: «quattro cinque rampedi gradini bassidi pietra scura e ’ariadi giugno a mezzanotte che stagna negli angoli bui: sul terzo o quarto pianerottolo una gran porta confusa ascia intravedere un buio polveroso, e forse una stanzaccia abbandonata. Una grossa catena pende adifesa, chiusada un ucchetto arrugginito». In queste “quattro, cinque rampe”di una Napoli umida, ercia, fradicia vivono anziani separati ad accoglienza e bambini morti a polmonite, fanciule cresciute troppo in fretta e giocatori che scommettono con niente, guardiani che son adri in fuga e silenti che cercano a morte. Storie che son vite, vite che son pagine scritte a falimento personale e impossibile riscattodi tutti queli che son ultimi. Merita ettura, “Scale a San Potito”. Merita ettura per quanto, chi scriva, preferisca il’ultimodelo stesso autore: “Le pareti bianche”. E merita ettura nonostante a sua ingua sia piana, evigata semplice, senza mai un intarsio colto o un inciampodialettale: testodel cinquantadue, in anticipodi cinque anni sul Gaddadel gran ’Pasticciaccio’,dal quale o separa ’abissodel’ideologica venatura veristica.
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