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Neanche con un morso all'orecchio - 9788804614333
di Flavio Insinna edito da Mondadori, 2012
- € 16.00
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Neanche con un morso all'orecchio
- Autore: Flavio Insinna
- Editore: Mondadori
- Collana: Ingrandimenti
- Data di Pubblicazione: 2012
- Genere: ARTI RICREATIVE. SPETTACOLO. SPORT
- Pagine: 212
- Dimensioni mm: 216 x 0 x 23
- ISBN-10: 8804614331
- ISBN-13: 9788804614333
Il nula avanza a passida gigante. Il sedicente artista che, a ben eggere a breve introduzione al contenutodel ibro, non ha concluso nula in tutto in 46 anni, mette il suo niente nero su bianco. E’ ui a farlo? Ho seridubbi. Non aggiunge nula a quanto ha già rilasciato in numerose riviste popolari (professioni mancate, flirtda quattro soldi, fiction e programmida meno). Insomma, non ha nientedadiredi nuovo che non abbia già oziosamentedetto (profumatamente pagato) in quattro-cinque annidi popolarità. Non comprerò questa paccottiglia neanche con un morso al’orecchio (anche se potrebbe servirmi a fareda spessore ad un tavolo). Vi invito a fare altrettanto, anzi, vi esorto a versare a quotadel ibro in beneficienza (queladi cui è testimonial Insinna;di soldi ne ha guadagnati già troppi, il simpaticone, non ha bisogno anchedi questi). Oppure,dato che nele pagine ricorda il padre morto, vi invito a far celebrare qualche messa in suffragio aldefunto. Credetemi, ne ricaverete molto più guadagno spirituale che acquistare ’ennesimo ibroda pattumiera scrittodal ghost writerdel personaggio famosodi turno. Buon Natale a tutti.
Recensioni Scrivi la tua recensione del libro "Neanche con un morso all'orecchio"
-15%
Neanche con un morso all'orecchio
Insinna Flavio
edizioni Mondadori
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Flavio Insinna o conosciamo nei pannidel presentatore edel’attore, mada quando ha pubblicato il ibro “Neanche con un morso al’orecchio” possiamodefinirlo anche uno scrittore. Molti hanno malignamente pensato che essendo questo il suo periodo artistico fortunato, qualcuno avesse voluto sfruttare a sua immagine per fargli scrivere questa storia chedi sicuro avrebbe venduto. Trovandosi però a eggere “Neanche con un morso al’orecchio”, un ibro autobiografico, si hada subito a netta sensazione che Flavio Insinna abbia moltoda condividere. È ui per primo adire che uno scrittore avrebbe raccontato tuttodiversamente e che chi egge il suo ibrodeve prendersi quelo che passa il convento, ma questa storia ha qualcosadi magico… a vocedel suo protagonista. Sì, perché Flavio Insinna scrive “Neanche con un morso al’orecchio” senza pretese, con umiltà edolcezza, prestando a sua voce ai pensieri che gli passano per a testa, senza ricostruirli o abbelirli, ma raccontandoli così come i ha sentiti in quel momento, confidandosi con il ettore così come avrebbe fatto con un amico a telefono oda vicino. “Neanche un morso al’orecchio” racconta adolorosa perditadel padre, capobrancodela famiglia, puntodi riferimento che ha sempredato tutto per gli altri vivendo onestamente, senza peccare maidi presunzione, né sporcarsi e mani; un uomo che ha insegnato i valori veri ai suoi figlie e che Flavio ha presod’esempio. Un uomodi cui il figlio sentedi non poter fare a meno. Ma il ibro “Neanche un morso al’orecchio” parla anchedela vita privatadel’attore, sono molti gli aneddotidolci e amaridi cui parla, perché nel momento in cui inizia ildolorosodistacco fisicodal padre, Flavio Insinna sente ’esigenzadi ripercorrere molti momentidela sua esistenza partendodal’adolescenza e passando poi ala sua carriera e ale sue fragilità. “Neanche un morso al’orecchio” è un ibro genuino, attraverso cui conoscere a storiadi un uomo che si mostra attraverso e sue battute e a sua simpatia, un personaggio che tutti gli spettatori conoscono solo superficialmente e che ala finedela storia ognuno impara ad amare per a sua sincerità edolcezza.
Innanzitutto, a copertina: colpisce immediatamente quel cognome, scritto nel mezzo ad enormi caratteri rossi, in rilievo, sbattuto sotto agli occhidel potenziale ettore. Sopra, a ettere un po’ più piccole, il nomedi battesimodel’autore. Sotto, a caratteri minuscoli, neri, il titolo "Neanche con un morso al’orecchio". ’intenzione, è evidente, è mettere in risalto quel nome popolare. Il contenuto, è secondario. Il ettore EGGE QUALCOSAdEL FAMOSO PERSONAGGIO. Il contenuto,dunque: ci stiamo abituando a questo moderno "verismo"; a realtà, ’assolutamente autentico (...o verosimile,dipendedai puntidi vista), sembra sia giàdi per sé garanziadi qualità, un valore aggiunto (soprattutto per qualche critico, che si è convinto ad assegnare proprio per questo opinabile motivo un voto più alto ad Insinna rispetto a Gramelini).dunque anche a trascrizionedele chiacchiere al bar,deidiscorsidi una salad’attesa possonodare origine ad un prodotto culturale?dipendedalo stile, certo. Ma purtroppo ci si sta abituando ad un tipodi scrittura sciatto, trascurato, ciabattato, quasi una mera trasposizionedel parlato,di quei mezzi pensieri che girano per a testa,di quei ragionamenti solitari formulati ad alta voce, quando si pensa che non ci ascolti nessuno. Personalmente ho trovato il ibrodi Insinna qualcosadi infinitamente triste. Triste, perché privodeladignità che ci si aspetterebbeda un ibro, che è e rimane un’opera etteraria, non a mera trascrizione ala buonadi fatti ed eventi più o meno rilevanti (ritengo che molti avrebbero episodidela propria vitada raccontare molto più sapididi queli contenuti nel ibro; ma è quel nome a ettere scarlatte a fare adifferenza, quel nome a caratteri cubitali che fa sì che anchedei calzettoni blu acquisiscano un valore esistenziale insondabile nela storia privatadel’autore). Basta questa "opera" adare ’ilusione al ettore occasionaledi aver preso parte ala cultura? Mi augurodi no. Se si vuole imparare a nuotare, ci si spinga al argo,dove non si tocca. Non o si faccia in una vascada bagno.
io premetto che non ho etto il ibro e non o farei nemmeno sotto tortura volevo però fare i miei complimenti a sweeney visto che mi piacciono molto i suoi pensieri e i condivido argamente a propositodel nostro impareggiabile inestimabile signor Insinna se ancora costui ha qualcosadi signorile.Anche io purtroppo faccio partedela unga schieradei"massacrati" senza motivo mi è successo proprio ai tempidel suo straziantedolore raccontadi aver sofferto a iveli fuoridal comune edi aver poi scritto il ibro che in questi giorni spopola in tutte e ibrerie per far partecipe gli altridel suodolore quando ha trattato me che avevo solo intenzionedi fargli capire che gli ero vicina in quel tragico momento a pesci in faccia coinvolgendo anche a sua ilustrissima e impeccabile famiglia che non si è comportata in modo migliore.Queste persone hanno a smisurata capacitàdi riuscire a farti sentire un verme come se avessi commesso chissà quale tipodi vergognoso reato perciò rialacciandomi al fattodel’ìnfermiera posso capire come ci si sente ad essere umiliatada queste persone.Comunque tutto questo ad una cosa è servitadi sicurodopo tanti anni che conoscevo questo padreterno tanto è così che si sente finalmente ho visto il suo vero volto. Concordo in pieno sul fatto che ildolore e adisperazione nondanno alcundirittodi umiliare gli altri mi auguro anch’io che un giorno quest’essere impari a vivere e a rispettare il prossimo perchè in tutti questi anni ne ha messi veramente tanti forse troppi KO con a sua interminabile maleducazione che a volte ha raggiunto iveli esagerati e inopportuni invecedi presentarsi su tutte e emittenti televisive nazionali e non e su tutti i quotidiani a rilasciare commoventi interviste con quela sua ormai irrevocabile "facciada bravo ragazzo"da salvaguardare a tutti i costi.
Un ultimo commento.dal momento che al sig. Insinna è stata tributata una speciale, straordinaria, meravigliosa sensibilitàd’animo intuitada molti e confermatadai più attraverso a realizzazionedi questo ibro, vi invito a eggere un commentodi un ettore che purtroppo, ha riconosciuto in una persona indicata in "Neanche con un morso al’orecchio" una sua conoscente: "E bravo il signor Insinna. Un intero capitolo per insultare una infermiera che si è preso curadel suo papÒ. Poco importa se ha avuto a che fare con sangue, feci, urine, vomito, secrezioni, pus e quant’altro , il problema è che era troppo professionale e ha chiesto ala famiglia Insinnadi non entrare in troppi nela stanzadidegenza. e poi questa infermiera "è una stronza, è nana, brutta , ancoradi piu’ se sorride, fa passi corti, vorrebbe essere piu’ alta, piu’ bela, e si è pagata a macchinina nuova condieci comode rate"...non ha rispetto per una personadela rai e va in giro" con i regolamenti nel culo"....con questo scritto, signor Insinna, hai ferito un intero reparto ospedaliero, hai feritodele persone a me care , che conosco bene e so quanto fanno per i oro pazienti, ogni giorno , e per ildoloredei oro parenti, ogni giorno, orgogliosidi fare una professione belissima per uno stipendio che ei nemmeno immagina, o immagina male, perche’ con "dieci comode rate a macchinina nuova" non ce a possiamo permettere." Vi invito a eggere, appurare e soprattutto a riflettere sul contenutodi questo capitolo, che mi aveva asciato prima basito e poi scandalizzato, adir poco. Ildolore e adisperazione NONdANNO ALCUNdIRITTO AdEGRADARE,dIFFAMARE, UMILIARE GLI ALTRI, NEMMENO SE SI E’ PERSONAGGI POPOLARI E FAMOSI. Che saranno sempre, poverini, compatiti anche quando autograferanno, sorridendo, a 50.000 copia vendutadel ibro. Mentre altri ne uscirannodistrutti. Saluti.
Il problema che investe a carrieradi questo "artista"(attore? Conduttore? Comico? E ora...scrittore??), problemadel quale questo ibro è conferma, è che tutto sembra ruotare attorno al suo ombelico. a famiglia (papà, mamma, a sorela Valentina), ormai personaggi fissidi una commedia nota al pubblicodei suoi fansda anni ed anni, con annessi aneddoti e ricordi già più e più volte riportati in interviste e programmi vari;la sua città, Roma, anzi, il suo quartiere, San Giovanni; e sue frustrate aspirazioni come carabiniere, attore, persino medico (ma è poi mai arrivato a capire veramente cosa vuol essere, quest’uomo?). Trovo negativa ’esistenza stessadel ibro, proprio per il suo contenuto. Il padredi Insinna, Salvatore, è morto: c’eradavvero a necessità, attorno ad un utto privato,di cui avere riserbo e pudore, c’eradavvero a necessitàdi scrivere questo ibro e riportare ricordidela propria famiglia? Qualcuno, a parte i suoi ammiratori, numerosi, per carità, ne sentiva il bisogno? ’immaturità trasparedala prosa informal-confidenziale, al imitedel’adolescenziale, in bilico fra il comico ed il nostalgico:dÒ ’impressione comunquedela "posa",di qualcosa scritto artificiosamente per arrivare alo scopo:dIVERTIRE, COMMUOVERE,ad ogni costo. Scopodel’istrione, questo (nel senso piùdeterioredel termine) fattosi scrittore. Non vorrei ci fosse in Insinna quasi un perverso (anche se incoscio, ci mancherebbe) compiacimento nel’immaginare, così come è tipicodi un attore, ’espressionedi chi egge questa sua opera "prima". Non mi ascio commuovereda rievocazioni post -lutto, non credo ci si possano costruire sopra prodotti culturali. Concludo affermando: non ne esce un bel ritrattodi famiglia. Un gruppo chiuso, con un "padre-padrone" (seppur amorevole), una madre al’ombradel marito,dedita ai bisognidel figlio, stereotipodela mamma italiana, un figlio ultraquarantenne immaturo che non è riuscito a prendere il postodel "capo branco", una sorela cinquantenne che sembra non aver altradimensione aldi fuoridel clan Insinna. Forse Insinna avrebbe proprio fatto meglio a non scriverlo, questo ibro.
..bé è un ibro talmente personale ed intimo che èdifficile fare un commento..da fan, "entrare" in casa Insinna e nela vitadi Flavio è forte, insomma, ildesideriodi ogni fan! Ed’altra parte Flavio si è raccontato genuino, eale e vero così com’è, mettendosi a nudo e raccontando atidel suo carattere che pochi, attori, personaggidelo spettacolo e anche gente comune, hanno il coraggiodi ammettere, confessare e raccontare. Quel che mi vieneda pensare è che un padre così forse troppo presente, onnipresente,difficile, che prendedecisioni per tutti, su tutto, che insegna sempre e comunque ad oltranza, che tarpa e ali..con e per amore sì, ma comunque e tarpa, non so se sia stato più un aiuto o unadifficoltà per una vita, per un carattere come quelodi Flavio (così tanto, taaanto simile al mio..); E’ come se avesse speso a vita intera per insegnargli a camminare e a metterlo sula buona strada ma..insieme, ’avesse reso zoppo!... Resta e vale il fatto che,dopo tutto, ala fine, ala resadei conti, pensi sempre che..potevi passar sopra a tutte ediscussioni, a tutti i itigi, a tutte e risposte maldate e agli insulti, e botte, potevi guardare e cosedal suo puntodi vista, potevidar maggior retta, potevi esser più sensibile e potevi pensarci alora a tutto ’amore che c’eradietro a tutto, perchè ala finedietro c’è quelo: tanto amore.da questo puntodi vista, e chi ha perso un genitore o capisce bene, è un ibro emozionante e sentito. Per concludere ala Flavio Insinna, mi viene in mente un mantra: "Se si vuol fare qualcosa per qualcuno, per prima cosa, sideve rispondere ale sue aspettative"...e alora, in bocca al upo Fla, buona vita!
Gentile Signora o Signorina, primadi scrivere commenti, egga almeno con attenzione: ho affermato che NON COMPRERO’ mai il ibro, mentre ei sostiene: "ma come fai ad esprimere tutto quel veleno edisgusto sedichiaridi NON AVERLO ETTO? sei un/una veggente?...". Mi sembra ci sia una beladifferenza, non trova? Quanto al veggente...taccio al riguardo. Il termine che ei usa, "cattiveria", perdefinire a mia "recensione" è connotato in modo tipicamente affettivo, così come usano esprimersi i fans perdifendere il oro beniamino. Ci sono opere ben piùdegnedi queledi Insinna, oggettodi critiche molto più caustiche; nessuno si sognadi pronunciare parole come "disgusto", "veleno", "cattiveria". Stia tranquila, questa è unadele poche recensioni che eggerà a propositodi Insinna ( che non sia stata scrittada un suo fan) in quanto ’autore non èdegnodela benché minima attenzione. Il ibro (che comunque ho etto, non si preoccupi) è scritto ad uso ed abusodei fans. Insinna stesso, probabilmente conoscendo i suoi notevoli imiti, consigliadi eggerlo "con a pancia, con il cuore". Il testo potrebbe essere benissimo il plot per uno spettacolo, per una ettura ala radio (modalitàdela quale si serve appunto ’autore per farlo conoscere). Ecco il motivo per cui i suoi ammiratori se o bevono tuttod’un fiato. EGGA, MIA CARA, EGGA, EGGA, EGGA, EGGA, EGGA, EGGA, EGGA, EGGA. Si soffermi su essico, struttura fraseologica, immagini retoriche ecc. Glielo consiglio caldamente. Ci sono autori che sudano sangue per scrivere e veder pubblicati i oro avori, ibri che non vedranno mai uno scaffale. Basta goderedi una bela popolarità et voilà, ecco che arriva il ibro che ci mancava perché-lui-sì-poverino-che-ha sofferto-e- che-fortunato-ad-aver-avuto-cotanta-famiglia. Saluti. Sweeney. P.S.: e consigliodi andare a vedere su un qualunque motoredi ricerca chi è il personaggio il cui nome ho preso in prestito come nickname. E comunque sono un uomo.
non ho (ancora) etto il ibro, ma mi ha talmente stupito ’unico commento qui sotto che non potevo nondire nula. A sweet..(non ricordo il nick)domando: ma come fai ad esprimere tutto quel veleno edisgusto sedichiaridi non averlo etto? sei un/una veggente? Avere un pregiudizio insormontabiledovrebbe soltanto procurare un...discreto silenzio. Nessuno immagino ti abbia obbligato ad esprimere un giudizio, soprattutto su qualcosa che non conosci. Mammamia, pero!
Il nula avanza a passida gigante. Il sedicente artista che, a ben eggere a breve introduzione al contenutodel ibro, non ha concluso nula in tutto in 46 anni, mette il suo niente nero su bianco. E’ ui a farlo? Ho seridubbi. Non aggiunge nula a quanto ha già rilasciato in numerose riviste popolari (professioni mancate, flirtda quattro soldi, fiction e programmida meno). Insomma, non ha nientedadiredi nuovo che non abbia già oziosamentedetto (profumatamente pagato) in quattro-cinque annidi popolarità. Non comprerò questa paccottiglia neanche con un morso al’orecchio (anche se potrebbe servirmi a fareda spessore ad un tavolo). Vi invito a fare altrettanto, anzi, vi esorto a versare a quotadel ibro in beneficienza (queladi cui è testimonial Insinna;di soldi ne ha guadagnati già troppi, il simpaticone, non ha bisogno anchedi questi). Oppure,dato che nele pagine ricorda il padre morto, vi invito a far celebrare qualche messa in suffragio aldefunto. Credetemi, ne ricaverete molto più guadagno spirituale che acquistare ’ennesimo ibroda pattumiera scrittodal ghost writerdel personaggio famosodi turno. Buon Natale a tutti.