Vita e morte delle grandi città. Saggio sulle metropoli americane - 9788806197247

Vita e morte delle grandi città. Saggio sulle metropoli americane: La programmazione urbanistica è davvero la soluzione per i problemi delie grandi metropoli? O non è piuttosto una prospettiva intellettualistica, viziata di utopismo, dimentica della natura concreta e del modo di interagire delle città reali? È la domanda chiave che Jane Jacobs si pone in questo libro, ormai un classico della sociologia urbana, che da sempre alimenta un dibattito tra difensori e oppositori della programmazione urbanistica. Di fronte alla pianificazione urbanistica, la Jacobs propone di verificare come le città funzionino nella vita reale. La prima parte del libro riguarda il comportamento sociale degli abitanti della città, la seconda studia il suo funzionamento economico; la terza prende in esame alcuni esempi di rigenerazione urbana, mentre la quarta propone i mutamenti da apportare alle tecniche degli alloggi e del traffico, alle impostazioni urbanistiche e architettoniche. In questo modo, i tradizionali principi urbanistici vengono rovesciati: all'ortodossia della disciplina la Jacobs preferisce i dati eterodossi di una misura umana, perché l'organismo reale della città deve valere più delle regole astratte. I pianificatori, invece, condizionati dai loro codici operativi e da una vera e propria ideologia avulsa dai fatti, finiscono per separare la progettazione dalle esigenze della comunità: si creano cosi degli squilibri che, aggravandosi, rischiano portare le metropoli alla morte.
The urbanistic planning is really the solution to the problems such big cities? Or is it not rather a perspective intellectualized vitiated nature of concrete and utopianism, forgets how to interact real cities? And the key question that Jane Jacobs is in this book, a classic of urban sociology, which fuels a debate between advocates and opponents of urbanistic planning. In front of the urban planning, the Jacobs proposes to verify how cities work in real life. The first part of the book concerns the social behaviour of the inhabitants of the city, the second is studying its business operation; the third looks at examples of urban regeneration and the fourth proposes technical changes to be made to the housing and town planning and architectural settings and traffic. In this way, the traditional urban principles are reversed: the orthodoxy of the discipline the Jacobs prefers human measure, heterodox data because the real body of the city must be worth more of abstract rules. Planners, however, conditioned by their opcodes and by a real ideology divorced from the facts, they end up separating the design from the needs of the community: you create so that imbalances, serious, risk bringing the metropolis to death.