Musica da camera - 9788836816941

Musica da camera: Apparsa nel 1907, la raccolta Musica da camera comprende trentasei poesie scritte tra il 1901 e il 1904, tutte di ispirazione amorosa, e trovò subito un'ottima accoglienza da parte di critici e scrittori come Ezra Pound, che ne apprezzò l'eleganza e il temperamento delicato, e William Butler Yeats, che scrisse: «Penso che il signor Joyce abbia grandissime qualità. C'è una poesia nell'ultima pagina del suo Chamber Music che... è un capolavoro di tecnica ed emozioni». Tuttavia Joyce non ne era del tutto soddisfatto: ne apprezzava soprattutto la grazia musicale, tanto da parlare espressamente di canzoni per queste sue poesie e da augurarsi che almeno alcune venissero messe in musica, «quella vecchia musica inglese che piace a me». Eppure questo suo libro d'esordio, che per lingua, prosodia e temi richiama direttamente la copiosa lirica elisabettiana, se da un lato rappresenta l'omaggio di uno scrittore ventenne a tutta una tradizione lirica, dall'altro si pone come primo, fondamentale tassello di un'inesausta ricerca espressiva che già in quegli anni lo vedeva all'opera sui racconti di "Gente di Dublino"; basti pensare che il 1907 è anche la data del più famoso di questi racconti, "I morti", apparso recentemente in questa stessa collana.
Appearing in 1907, the Chamber Music collection includes thirty-six poems written between 1901 and 1904, all of a love inspiration, and immediately found an excellent reception from critics and writers such as Ezra Pound, who appreciated its elegance and temperament. "I think Mr. Joyce has great qualities," said William Butler Yeats, who wrote, "I think Mr. Joyce has great qualities. There's a poem on the last page of his Chamber Music that... it is a masterpiece of technique and emotions." However, Joyce was not entirely satisfied: he especially appreciated the musical grace, so much so that he spoke expressly of songs for his poems and that he hoped that at least some of them would be put into music, "that old English music that I like". Yet his debut book, which by language, prosody and themes directly recalls the copious Elizabethan lyric, if on the one hand it represents the homage of a writer in his twenties to a whole lyrical tradition, on the other it stands as the first, fundamental piece of an inexhaustive expressive research that already in those years saw him at work on the tales of "People of Dublin"; Suffice it to say that 1907 is also the date of the most famous of these tales, "The Dead", which recently appeared in this same series.