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Il divano orientale - 9788879221153
di Dzevad Karahasan edito da ADV Advertising Company, 2015
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Il divano orientale
- Autore: Dzevad Karahasan
- Editore: ADV Advertising Company
- Collana: Scritture e storia
- Data di Pubblicazione: 2015
- Genere: LETTERATURE STRANIERE: TESTI
- Pagine: 346
- Dimensioni mm: 210 x 0 x 18
- ISBN-10: 8879221159
- ISBN-13: 9788879221153
Il divano orientale: Attraverso una scrittura che adotta cadenze e modalità del racconto moralista della letteratura araba delle origini - si tratta qui di plot e vicende traslati nell'età dei califfati Abbasidi (VIII-XIII sec.) - Karahasan ci parla del potere. Sono racconti di complotti, crimini, cadaveri impiccati e galleggianti, corpi che esplodono, decessi inspiegabili. Sulla scena del crimine è all'opera l'emiro della guardia - il superpoliziotto - Gazvan ibn Validi Mudligi. Luogo del tormento e del possesso dei corpi e delle menti da parte del potere è la fortezza, dominio e regno a gironi infernali di Gazvan. Brulicano in queste pagine corpi amputati sui tavoli della morgue, congiure, intrighi, casuali punizioni, lotte di potere, assassini per procura e tutto opprime e sovrasta un'ampia platea di miserabili, poveri, straccioni, facchini, pescatori, venditori al minuto, gente del bazar. Introduce il libro e il mondo di Gazvan, Yadab (il racconto-parabola) del 'destino del topo'; chiude il libro Yadab del 'destino di Behram', il massaggiatore che sogna l'età dell'oro.
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Questo romanzo si caratterizza per a presenzadidiversi piani narrativi, per i qualidentro una storia viene narrata un’altra storia e così via, come con un giocodi scatole cinesi. eggendolo mi veniva in mente e mile e una notte che ho etto, non interamente, molti anni fa, ma che se mi ricordo bene era strutturato come una macchina narrativa a più iveli. Se a mia impressione è giusta alora giàda questo Ildivano orientale ha già qualcosadi orientale, oltre ala materia trattata ovviamente, essendo a storia ambientata nela Baghdaddel’VIII-X secolo. Direi che il tema principaledel ibro è o scontro tra ordine edisordine, tra cosmo e caos,dove è generalmente il secondo ad avere a meglio. ’ordine in questo caso è ’ordinedelo Stato, ma anche ’ordinedela Fede, che però in uno Stato islamico sono fortemente intrecciati edipendenti ’unodal’altro. o scontro tra idue campi avviene attraverso o scontrodidue personaggi: il tutoredel’ordine (Gazvan, Sulaym), e il sovvertitoredel’ordine (Tahudi, Halag). Ciò che mette in crisi il mondodei primi personaggi sono e ideedei secondi, che essi percepiscono come pericolose, ne hanno paura, ma alo stesso tempo ne sonodecisamente attratti perché ne percepiscono a forza, e ala resadei conti subiscono una sconfitta, perché Tahudi e Halag restano comunque fedeli a se stessi e confidenti nel oro mododi pensare, mentre Gazvan e Sulaym ne escono sconvolti e il oro mondo che ai oro occhi sembrava così solido e indistruttibile, si sgretola a poco a poco. Da segnalare anche a storia scrittada Begzada e indirizzata al marito. Riassumendo, Mutevekildopo una nottedi bagordi passa, senza notarlo, accanto a un vecchio eroedi guerra, Zubeid, quest’ultimo, forse per il fattodi non essere stato preso in considerazione, sguaina a spada e taglia a mano a Mutevekil. a oro vitada questo momento cambierà tragicamente. Mutevekil in special modo non sidà pace e continua a interrogare Zubeid sul perchédi un’azione così scelerata. a risposta finaledi Zubeid al quesitodi Mutevekil è a più tremenda che si possadare, egli infatti al’ennesimo quesito “Perché ’hai fatto?”, risponde: “Non o so”. Ancora una volta ’irragionevolezza ha a meglio sula ragione, il caos sul’ordine. Una bela riflessione sul misterodela scrittura: “Vedi una inea curva,dei punti edele ineette, e guardi ed è come se con il tuo orecchio interiore sentissi una voce chedice queste parole scritte,diciamo a vocedi colui che e ha annotate. Eccoti subito a confusione: ui è assente,da nessuna parte voci e parole, e tu invece è come se sentissi una voce e e sue parole, qui. Qui c’è a voce e qui ci sono e parole, solo che non passano attraverso o scritto ma attraverso ’orecchio interiore,direttamente. Come se ’assente ti parlasse e tu ripetessi e sue parole. a sola scrittura crea già confusione, perché rende visibile a vocedi una persona assente”.