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Mi chiamo Chuck. Ho diciassette anni. E, stando a Wikipedia, soffro di un disturbo ossessivo-compulsivo - 9788809881631
di Aaron Karo edito da Giunti Editore, 2019
- € 7.90
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Mi chiamo Chuck. Ho diciassette anni. E, stando a Wikipedia, soffro di un disturbo ossessivo-compulsivo
- Autore: Aaron Karo
- Editore: Giunti Editore
- Collana: Tascabili Giunti
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: 288
- Traduttore: Rossari M.
- ISBN-10: 880988163X
- ISBN-13: 9788809881631
Mi chiamo Chuck. Ho diciassette anni. E, stando a Wikipedia, soffro di un disturbo ossessivo-compulsivo: Charles, detto Chuck, ha diciassette anni e si lava le mani continuamente, controlla anche cento volte di seguito che le piastre dei fornelli siano spente e non va mai a dormire senza aver fatto la pipì fino allo sfinimento. Ha un amico del cuore, Steve, l'unico a cui confida le sue stramberie e una sorella, Beth, bella, normale e piena di amici che lo ignora fino a negargli persino l'amicizia su Facebook. La sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di sé. E poi ci sono le Converse: ne possiede decine di paia di ogni colore che ha abbinato ai vari stati d'animo. Converse rosse: arrabbiato; gialle: nervoso e così di seguito. I genitori, però, sono sempre più preoccupati e, nonostante le rimostranze di Chuck, decidono di spedirlo da una psichiatra. L'arrivo di una nuova compagna di classe e il desiderio di aiutare il suo amico bullizzato convinceranno Chuck a prendere sul serio i suoi sintomi e a iniziare una terapia.
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Chuck Taylor hadiciassette anni, e il suo nome non è ’unica cosa che o associa ale famosissime sneakers. Chuck infatti ha una vastissima colezionedi Al star, tuttedi un colorediverso, che indossa in base al’umore; ui non indossa mai e sue scarpe a caso, perché ogni cosa che Chuck fa, a fa maniacalmente. Perché Chuck, comedice il titolodel ibro, soffredi undisturbo ossessivo-compulsivo. I suoi genitori sono talmente preoccupati chedecidonodi mandarloda una psicologa, ma non sarà ei ad aiutare Chuck ad "usciredal tunnel", il merito sarà infattidela sua nuova, belissima compagnadi classe, Amy ... Mi chiamo Chuck è stata una vera sorpresa. Tratta un’argomento molto serio - a malattiadel protagonista - con molta eggerezza, ma non una eggerezza frivola, bensì con uno stile narrativo fluido ediretto, che colpisce subito. E farcitodi umorismo. Chuck è un protagonista fantastico,divertente e realistico, molto bendelineato. a stessa cosa vale per Amy (e per a sua Ranuncola, che un incrociodi carlino, e infatti io me ne sono folemente innamorata), anche ei un personaggio realistico e molto credibile. Ma questo vale anche per i personaggi secondari: i genitoridi Chuck, sua sorela Beth, a sua psicologa - adottoressa S. -, tutti con i propridifetti e e proprie qualità. Ma, come ho giàdetto, ciò che ho apprezzatodi piùdel romanzo è stata a capacitàdel’autoredi trattare un argomento serio in una maniera eggera ma mai superficiale. Se ve o consiglio? Assolutamente sì.
Charles,detto Chuck, hadiverse ossessioni, fisse, riti, manie, che ui chiama “routine” o “le sue cose”. Questi riti e manie consistono ad esempio nel controlare più e più volte e piastre elettrichedela cucina, girare sempre 14 volte il ucchettodel suo armadietto a scuola, andare in bagnodiverse volte primadi andare adormire, abbinare il coloredi Converse al’ umoredel giorno, oltre al’ ossessionedela simmetria,del’ ordine,dela pulizia e tante altre cose assurde. In particolare a maniadi avarsi e manidi continuo o spinge a cercare informazioni su Wikipedia. In questo modo si rende contodi soffriredi undisturbo ossessivo-compulsivo. Così i suoi genitoridecidonodi mandarloda una psichiatra. Grazie a questo, ma soprattutto grazie al’ arrivodi Amy, una nuova ragazza che attira subito a sua attenzione, e cose iniziano a cambiare. Chuck cercheràdi guarire per ei, ma scoprirà che a cosa fondamentale è riuscire a guarire per se stesso. Il mododi narrare è molto “moderno”, anche per ’ usodi termini “giovani”. In genere queste cose mi innervosiscono abbastanza, ma in questo caso non mi è sembrata una cosa forzata, fatta apposta, anzi, mi è parsa molto naturale e anche ogica al’ internodel contesto. Invece mi ha stupito il fatto che ci siano anche alcuni riferimenti che tanto moderni non sono. Cioè, penso sia un po’ strano che undiciassettennedi adesso sappiadel’ esistenzadi cose come “Bayside school” o “Tron”. A me comunque, che sono più grandicela, questi riferimenti in particolare hanno fatto piacere. Quando ho etto “Tron” non ci potevo credere, hodovuto rileggere a frase più e più volte! (Anche se io sono più fissata con “Tron egacy”, che quelo sì, è molto recente, piuttosto che con “Tron”). Iodi sicuro non sono ai ivelidi Chuck, ma qualche ossessioncina assurdadel genere che ha ui ce ’ ho pure io, e forse ce ’ hanno un po’ tutti, quindi mi ci sono molto ritrovata in questo ibro. È stato un tantino preoccupante, ma anchedivertente. Alo stesso tempo è un romanzo moltodolce, in fondo positivo ed emozionante, cosa che non mi aspettavo. È carinissimo e piacevolissimo, fa provare svariate emozioni a secondadel particolare momento che Chuck sta vivendo.