Confine. Viaggio al termine dell'Europa - 9788859257554

Confine. Viaggio al termine dell'Europa: Quando Kapka Kassabova era bambina, il confine tra Bulgaria, Turchia e Grecia era considerato una via di fuga dal blocco di Varsavia migliore rispetto al Muro di Berlino, e così i suoi boschi e le sue montagne erano affollati di militari, spie e fuggiaschi. Kapka ricorda di avere giocato, nelle sue vacanze sul Mar Nero, sulla spiaggia a pochi chilometri dall'imponente barriera elettrificata il cui filo spinato puntava minacciosamente verso l'interno. Oggi questo paesaggio denso di foreste non è più altrettanto militarizzato, ma è ancora un sentiero battuto dai profughi di tragedie lontane, e porta ben visibili le sue molte cicatrici. È qui, in quelli che vengono chiamati i Balcani sud-occidentali, che Kassabova intraprende un viaggio verso le proprie radici e al tempo stesso verso il cuore di un passato secolare fitto di misteri, di sofferenza e di insopprimibile umanità. Scopre una regione plasmata da una successione di violente forze della storia: dalle molte crisi migratorie, dal comunismo, da due guerre mondiali, dall'Impero Ottomano e, prima ancora, da un'ancestrale eredità di miti e di leggende. In un paesaggio dominato da una natura selvaggia, disseminata delle enigmatiche tracce di vicende remote, Kassabova incontra guardie di confine e cercatori di tesori, imprenditori e botanici, guaritori e adepti di riti magici, rifugiati e contrabbandieri: il popolo del confine, un mondo brulicante di storie, di aspettative, di credenze e di conflitti, pervaso da una peculiare energia psichica che sembra scaturire dalla natura stessa.
When Kapka Kassabova was a child, the border between Bulgaria, Turkey and Greece was considered a better escape from the Warsaw bloc than the Berlin Wall, and so its forests and mountains were crowded with military, spies and fugitives. Kapka remembers playing, on his holidays on the Black Sea, on the beach a few kilometers from the imposing electrified barrier whose barbed wire pointed menacingly inwards. Today, this forest-dense landscape is no longer as militarized, but it is still a path beaten by refugees of distant tragedies, and it bears its many scars. It is here, in what are called the southwestern Balkans, that Kassabova embarks on a journey to her roots and at the same time to the heart of a centuries-old past full of mysteries, suffering and irrepressible humanity. He discovers a region shaped by a succession of violent forces of history: from the many migration crises, communism, two world wars, the Ottoman Empire and, before that, an ancestral legacy of myths and legends. In a landscape dominated by a wild nature, littered with enigmatic traces of remote events, Kassabova meets border guards and treasure hunters, entrepreneurs and botanists, healers and followers of magical rites, refugees and smugglers: the people of the border, a world teeming with stories, expectations, beliefs and conflicts, pervaded by a peculiar psychic energy that seems to spring from nature itself.