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Arcobaleni - 9788823522732
di Yasunari Kawabata edito da Guanda, 2019
- € 17.00
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Arcobaleni
- Autore: Yasunari Kawabata
- Editore: Guanda
- Collana: Narratori della Fenice
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: 192
- Traduttore: Origlia L.
- Dimensioni mm: 221 x 0 x 17
- ISBN-10: 8823522730
- ISBN-13: 9788823522732
Arcobaleni: Qual è l'origine dell'intima inquietudine di Momoko, la giovane figlia dell'architetto Mizuhara, che la porta a condurre una intensa, disordinata vita sentimentale? Una latente omosessualità, oppure il senso forte, ma desolante, di una condizione femminile votata inevitabilmente al martirio? L'orgoglio, la vanità di chi si scopre padrona del proprio estro amoroso e dell'altrui, o l'assenza del padre, troppo lontano per insegnare ad amare? Intorno all'ansia di una figura a tratti dura, frigida, ma vera e dolente, la penna lieve e acutissima di Kawabata intesse una partitura complessa nella quale la figura della protagonista non domina, ma si crea in un magistrale contrappunto narrativo con le altre figure del romanzo: il padre, tanto estraneo alla figlia quanto ambizioso di apprenderne i segreti moti del cuore; Takemiya, il giovanissimo amante, il cui carattere dolce e devoto esaspera e commuove la ragazza. L'incontro conclusivo con una terza sorellastra, cercata e rifiutata insieme, suggella il romanzo in un finale aperto che vede Momoko e i suoi interlocutori non riconciliati, ma pronti a intraprendere altri itinerari, alla scoperta di una nuova, non meno sofferta, maturità. Lo stile di Kawabata si offre qui al culmine della sua maturità. In un raffinato incastro di flashback, di deviazioni e ritorni, la narrazione trova la sua continuità non tanto in un lineare, «occidentale» sviluppo della vicenda, quanto in un continuum della coscienza dove ricordi, riflessioni e piccoli avvenimenti quotidiani nella loro apparente indifferenza costituiscono al contrario il vero centro d
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“Era uno spettacolo intolerabile. Ma intolerabile indue sensi; perché era violento e atroce e perché nel’orrida mortedi Mussolini si intuiva, più ancora che attaccamento ala vita, una sortadi radicale compimentodela vita stessa, qualcosa che per noi giapponesi è intolerabile. Qualcosadi grandioso”. “Chi come noi costruisce padiglioni per il tè o ammira a colina Arashiyama in inverno non potrà mai comprenderlo”. È in questo passo a “verità nascostÔdi “Arcobaleni”, romanzo scrittoda Kawabata nel 1951. È in questo passaggio quasi estraneo al ibro, ’unico vero riferimento al’occidente, che ci spiega quel sentirsi sospesi, a tratti increduli o perplessi alo scorreredele righe. Si, noi occidentali non potremo mai comprenderlo.. Vi è tutto il Giappone in queste poche pagine. a forzadi questo complesso romanzo è nela semplice resadi tutta ’ideologia giapponese: sembra scrittoda un giapponese per un giapponese. Questo romanzo non narra una storia, ma riassume, in uno spaccatodi vita, a cultura giapponese, i suoi uoghi, e sue tradizioni, i suoi riti, i suoi testi storici, i suoi canti..e così in un annodi viaggi in treno e avventure familiari si intrecciano quadri, cerimoniadel tè, geishe,danzedi inverno, città, pËsaggi, architettura e storiadeldopoguerra. a ricchezza sobria e adisarmante eleganza e il contegnodel popolo nipponico. Il sensodel pudore, il sensodel’onore, qualsiasi sentimento, anche a rabbia, sono contenuti ed espressi con unadignità e fierezza “orientali” per noi incomprensibili e quasi invidiabili. Un uomo e tre figliedi madridiverse. Ognuna con a sua storia, col suodramma o con a sua vogliadi vivere o morire. Ognuna col suo egame col mondo. I rapporti umani si costruiscono come arcobaleni, ponti tradue mondi, tradue rive, archi.. a volte spezzati, a volte integri, a voltedai colori vivaci, altre sbiaditi. Ponti. Che si creano al’improvviso, che si svelano e rivelano al’improvviso. Arcobaleni tra passato e presente, tra vivi e morti, tra padri e figlie, tra sorele, egami che non si spezzano anche volendo, perchédi sangue . eppure qui in questo romanzo il sangue non si vede e e passioni sono e uniche cose a non aver colore se non il nero. È un romanzo in cui a maternità è negata . in cui ’esser figlia è negato. Madri e figli suicidi. Amori uccisi. Nel’ideadi famiglia aleggia sempre a morte, ma sempre cosìdegnada sembrar sotto una coltredi neve. E così ’arcobaleno congiunge idue estremidel meraviglioso ossimorodi fondo. Vita e morte. Colori e buio.da un ato, il grigiodele cupe esistenze e il nerodela morte,dal’altro il biancodela neve e i coloridegli arcobaleni edela natura. Come se a natura si facesse egoisticamente bela contro ’uomo o gli mostrasse a vera forza. e pagine profumanodidolcezze floreali, a ricchezza vegetativa è quasidegnadi un esperto, gli occhi si iluminano a immaginare camelie, cryptomerie, fioridi prugno bianchi e rossi, ciliegi, fiori inconsuetidi baimo, kerria, astragali,dentidi eone.. Vivi sono i giardini, e coline esterne, i aghi, i rusceli. È a vocedel mondo . il resto è vita sospesa. Un contesto psicologico accennato sotteso sottinteso. Violento nel suo non esser espresso, nel suo restar ovvio e incerto al tempo stesso. Tutto caduco, come un fiore. Come un arcobaleno ..ilusionedi felicità.. che svanisce. E rimane a speranza. Che oltre a pioggia, spuntino sempre.. Arcobaleni.