L'uomo che volle farsi re. Testo inglese a fronte - 9788831710541

L'uomo che volle farsi re. Testo inglese a fronte: Una coppia di sgangherati vagabondi, sottufficiali in congedo dell'esercito imperiale britannico, si avventura nella folle impresa di conquistare il Kafiristan (oggi regione nordorientale dell'Afghanistan) e di farsi acclamare re, sognando di trattare l'alleanza con l'Impero inglese per il dominio strategico dell'intera area. Inutile dire che l'impresa finisce malissimo e che la nota grottesca con cui era cominciata si incupisce in immagini tragiche (per tutte, la testa mozzata di uno dei due vagabondi). Il linguaggio (sul quale Mario Domenichelli ha lavorato con la puntigliosa consapevolezza di una prova importante e irrinunciabile per la comprensione del racconto) è un impasto unico di umile e sublime, registri gergali e basso-mimetici che si alternano a quelli più alti e "realistici" della voce narrante, in un fluire rapido della narrazione che riesce a raccontare, con voci diverse, tante storie: quella dei due poveri vagabondi, vittime più che protagonisti dell'impresa imperiale, e di tanti altri sconfitti - nativi e britannici cancellati dalla storia, e quella della Grande Storia, di cui il racconto di Kipling si fa parodia e, al tempo stesso, tragico controcanto.
A pair of unhinged vagabonds, non-commissioned officers on leave British Imperial Army, he ventures to outrageous feat of conquering the Kafiristan (present northeastern region of Afghanistan) and to applaud King, dreaming of treating Alliance with the British Empire to the strategic domain of the entire area. Needless to say the undertaking ends very badly and that the note he had begun with grotesque face frowns in tragic images (for all, the severed head of one of two drifters). The language (on which Mario Domenichelli worked with meticulous knowledge of important evidence and indispensable for the comprehension of the story) is a unique mixture of humble and sublime, slang and low registers-mimetics that alternate with those higher and "realistic" of the Narrator, in a quick-flowing narrative that manages to tell, with different voices, many stories : that of two poor vagabonds, victims more than the protagonists of imperial enterprise, and many other native and British defeated-erased from history, and that of the great history, whose story by Kipling it does parody and, at the same time, tragic counterpoint.