John Maynard Keynes - 9788807227035

John Maynard Keynes: Il fascino della visione di Keynes nasce dalla ricchezza di un pensiero capace di ricollocare l'economia in un vivo dialogo con la storia, la politica, la società, la filosofia. Keynes è stato il pensatore di un'epoca di crisi profonda. La Grande guerra, il crollo di Wall Street nel 1929, la Seconda guerra mondiale segnano drammaticamente il suo tempo. E la forza del suo messaggio non sta solo nell'offrire una spiegazione convincente delle cause storiche e politiche di quella stagione devastante. Sta nel rifiutare di rassegnarsi, nel continuare a cercare soluzioni concrete e sperimentabili, nel riaffermare l'idea scandalosa secondo cui la scienza economica non deve mirare al bene dei mercati ma al bene dell'umanità. Dopo Keynes la scienza economica sembra di nuovo avere perso di vista questa sua ragion d'essere non solo economica. Oggi tocca di nuovo a una crisi violentissima, di cui non vediamo la fine, il compito di riaprirci gli occhi sulla verità dell'economia. Viene meno ogni illusione circa le presunte virtù della "mano invisibile", che avrebbe dovuto condurre i mercati a uno spontaneo equilibrio e le ricchezze a un'armoniosa ridistribuzione. La "mano visibile" della politica torna ad apparire come un ragionevole e necessario contrappeso alla cieca autonomia dei mercati. E nel quadro di questo grande dibattito che va imponendosi con sempre più forza e necessità, Keynes torna a essere una guida indispensabile, per il nostro presente e il nostro futuro.
The charm of Keynes's vision comes from the richness of a thought capable of replacing the economy in a lively dialogue with history, politics, society, philosophy. Keynes was the thinker to a time of deep crisis. The great war, the Wall Street crash in 1929, the World War II dramatically marked his time. And the strength of his message is not only to provide a convincing explanation of the historical and political causes of the devastating season. Is refusing to give up, keep searching for concrete solutions that can be experienced, in reaffirming the outrageous idea that economics should not aim for the good of the market but for the good of humanity. After Keynes economics seems again to have lost sight of its raison d'etre not only economic. Today it's back to a violent crisis, of which we can't see the end, riaprirci eyes on the truth about the economy. Fails any illusion about the supposed virtues of "invisible hand", which should have resulted in a spontaneous markets balance and riches in a harmonious redistribution. The "visible hand" of the policy back to look like a reasonable and necessary counterbalance to blind market autonomy. And in this great debate that goes with winning more and more strength and necessity, Keynes back to be an indispensable guide for our present and our future.