Che cosa possiamo sperare? - 9788810408292

Che cosa possiamo sperare?: "Che cosa possiamo sperare? La pace, la giustizia, la salvaguardia del creato. In che modo? Direi: per mezzo di una rinascita intelligente del teologico-politico. Vale a dire, anzitutto, attraverso la comunione tra gli uomini, nelle diverse comunità che essi formano; questa comunione non è statica, ma è una dialettica costante tra la 'morte', vale a dire la sottomissione di un desiderio, certo buono, ma individuale, alla parola che viene dall'altro, dagli altri, che non può che spiazzare la preoccupazione di sé, e la 'risurrezione', vale a dire la felicità che risulta dall'essere insieme, ove il personale è trasfigurato attraversa la rinuncia costruttrice di tutti." (dalla Conclusione). L'autore afferma di essersi dedicato alla stesura del libro per verificare a che punto fosse la propria speranza e per condividerla. Il punto di vista che la sua riflessione sviluppa il convincimento che oggi muoia una civiltà fondata sul primato del "logico", inteso come intelligibile e ragionevole, e che l'epoca attuale inviti a raintrodurre il simbolico, ovvero il primato del legame nella struttura e nella vita del reale, nel desiderio e nel sapere umani.
"What can we hope for? Peace, justice and integrity of creation. How so? I would say: by means of a clever theological-political rebirth. Namely, firstly, through communion among men, in the various communities that they form; This Communion is not static, but is a constant dialectic between the ' death ', namely the submission of a wish, of course good, but separate, the word that comes from each other, from each other, which can only displace the concern by itself, and the ' Resurrection ', namely the happiness that results from being together, where the staff's transfigured through the renunciation of all. " (from the end). The author states that he devoted to writing the book to verify to what extent was their hope and to share it. The view that her reflection develops the belief that a civilization founded on the primacy of die today "logical", understood as intelligible and reasonable, and that the current era calls for raintrodurre the symbolic, the primacy of the bond in the structure and the real life desire and in human knowledge.