Per un ritratto dello scrittore da mago - 9788871863115

Per un ritratto dello scrittore da mago: "Già da tempo, con gli studi dedicati alla poesia di Attilio Bertolucci, alla narrativa di Silvio D'Arzo, alla saggistica letteraria di Pietro Citati (per limitarsi ai più noti), Paolo Lagazzi ci aveva abituati a una scrittura in cui la profondità dell'indagine si conciliava con la leggerezza e la grazia di uno stile aereo, metamorfico, scintillante, ma qui, in queste pagine volutamente frammentarie, dedicate ad alcune delle figure più stralunate del nostro Novecento (come Bruno Barilli o Zavattini) o alla narrativa gialla (da Agatha Christie a Chesterton), Lagazzi rivela (ma senza troppo svelare) il carattere cangiante, illusionistico, mozartiano della sua idea di lettura e di scrittura: il critico letterario non può limitarsi "a leggere fra le righe, a togliere maschere, a smontare effetti", ma deve sapersi abbandonare a quell'immaginoso gioco delle forme e della vita, in cui consiste, da Omero ad oggi, il mondo fiammante e rapinoso della letteratura, sia che esso voglia semplicemente incantarci con le sue storie, sia che voglia farci meditare sul destino dell'uomo e sulla natura dell'universo. Ma questi "frammenti di un discorso magico", a legger bene, sono anche una pudica, appena accennata, ma non meno profonda "educazione sentimentale": la storia di un figlio che inventa un suo modo di leggere per onorare la figura, candida e struggente, del padre che raccontava ai suoi bimbi "storielle fatte di nulla", iniziandoli ai prodigi illusionistici della parola." (Giancarlo Pontiggia)
"For some time, with studies devoted to poetry by Attilio Bertolucci, fiction, literary nonfiction of Silvio D'arzo of Pietro Citati (to confine themselves to the best known), Paolo Lagazzi we had grown accustomed to a writing in which the depth of the survey accord with the lightness and grace of one style plane, metamorphic, glistening, but here, in these pages deliberately fragmentary , dedicated to some of the most distraught of our twentieth century (as Bruno Barilli or Zavattini) or yellow narrative (by Agatha Christie in Chesterton), La fleur revealed (but not too revealing) the illusionistic nature of his idea, iridescent, the Mozart of reading and writing: literary critic cannot simply "reading between the lines, to remove masks, to disassemble effects", but must be able to give up to that imaginative play of forms and life , that is, from Homer to the present, the blazing world and overwhelming literature, whether it simply want to enchant us with his stories, is that he wants us to meditate on the destiny of man and the nature of the universe. But these "fragments of a speech magic", to read well, I am also a prudish, just mentioned, but no less profound "sentimental education": the story of a kid who invents a way of reading to honor the figure, candida and poignant, of the father who tells his kids "stories made of nothing", and introduces them to the illusionistic miracles of the word. " (Giancarlo Pontiggia)