Il nano - 9788870912227

Il nano: Scritto negli anni della Seconda guerra mondiale e ambientato in una corte rinascimentale italiana, "Il nano" è forse l'opera in cui più esplicitamente Lagerkvist si interroga sul presente: la guerra, la peste, gli avvelenamenti e i tradimenti narrati sono evidenti proiezioni delle tragedie di cui è testimone. Ma è soprattutto con l'inquietante figura del nano di corte che l'interrogativo si spinge fino in fondo, in un tentativo di capire perché periodicamente nella storia l'odio, l'indifferenza ai massacri, il trionfalismo bellico arrivino a prevalere su quei valori che rendono l'uomo umano. Il nano, che regge le fila dell'azione e attraverso il cui sguardo distorto veniamo a conoscenza di fatti e personaggi, incarna questa aberrazione, l'essere amputato della sua umanità fisica e spirituale che ubbidisce solo alla logica del potere. Disprezzando la corporeità in ogni sua manifestazione, dal cibo al desiderio, all'attaccamento alla vita, è nauseato dalla povertà, dalla malattia, dalla sporcizia dei profughi; privo di trascendenza, è cieco alla nostalgia dell'infinito, al dubbio e alle contraddizioni, alla gioia, all'arte e all'amore, scambiando per superiorità la propria limitatezza e per lucidità la propria mediocrità. Ma il nano non è che quella creatura "dal volto di scimmia che talvolta leva la testa, affiorando dai bassifondi dell'anima", è il "sosia" del principe guardato con un cannocchiale capovolto. Sterili, i nani sono generati dagli uomini, "appartengono alla razza umana e non vi appartengono, ospiti di passaggio, in una visita che dura da migliaia di anni".
Written during the years of World War II and takes place in an Italian Renaissance Court, "the dwarf" is perhaps the work in which more explicitly Lagerkvist asked about this: war, plague, poisoning and betrayal narrated are obvious projections of the tragedies of which he is a witness. But it is especially with the ominous figure of court dwarf that the question goes way down, in an attempt to understand why periodically throughout history the hatred, indifference to the massacres, the war triumphalism to prevail on those values which make man human. The nano, which holds up the ranks of the effort and through whose eyes we learn of facts and distorted characters, embodies this aberration, the physical and spiritual being amputated of his humanity that obeys only the logic of power. Despising the corporeal nature in all its manifestations, from food to desire, attachment to life, is nauseated from poverty, from disease, from the dirt of the refugees; devoid of transcendence, is blind to the nostalgia of the infinite, the doubts and contradictions, to joy, to art and love, exchanging for their boundedness and lucidity their superiority mediocrity. But the nano is not that that creature "monkey face that sometimes head lever, coursed from the slums of the soul", is the "look-alike" of the Prince watched with a Spyglass upside down. Sterile, the dwarfs are created by men, "belong to the human race and does not belong to you, guests passing through, in a visit that has lasted for thousands of years."