Lazarus. Il senso di Bowie per il teatro - 9788862316682

Lazarus. Il senso di Bowie per il teatro: Bowie: un coltello da battaglia, dalla lama grossa, spessa e larga. Utile nella caccia. David Bowie - all'anagrafe David Robert Jones - non avrebbe potuto scegliere pseudonimo migliore. La sua personalità tagliente e incisiva, dall'energia selvaggia, tocca ogni campo: musica, cinema, teatro, fotografia, pittura, letteratura, filosofia e persino magia nera. Poco umano e molto alieno, nel suo utilizzo delle maschere si rintracciano elementi del teatro goldoniano della Commedia dell'Arte e del teatro giapponese, con la tecnica di cambiarsi sulla scena e interpretare anche ruoli femminili. Capace di fondere tradizione e avanguardia, mette in scena idee e personaggi in divenire, scrivendo un'unica grande storia fatta di citazioni e riferimenti continui. Bowie interpreta il ruolo di regista attento e attore credibile del suo personale teatro rock. L'androgino Ziggy, il folle Aladdin Sane, l'inquietante Halloween Jack, lo shakespeariano e glaciale Duca Bianco, alternati al brechtiano Baal e al disagiato Joseph Merrick alias The Elephant Man di Pomerance si susseguono sul palcoscenico, avvalorando quella profonda sensibilità, conoscenza e predisposizione all'arte di rappresentare insita in David Bowie. Esploratore delle possibilità umane applicate alla musica, sceglie l'alieno Thomas Jerome Newton - l'uomo che cadde sulla Terra, già protagonista del film di Nicolas Roeg - come ultimo alter ego. Tra curiosità e approfondimenti, veri e propri flash sulla vita del genio poliedrico, "Lazarus. Il senso di Bowie per il teatro" - arricchito da interviste e testimonianze - sintetizza l'evo
Bowie: a battle knife, with a big blade, thick and wide. Useful in hunting. David Bowie - in the register David Robert Jones - could not have chosen a better pseudonym. His sharp and incisive personality, with wild energy, touches every field: music, cinema, theater, photography, painting, literature, philosophy and even black magic. Little human and very alien, in his use of masks are traced elements of the Goldonian theater of the Comedy of Art and Japanese theater, with the technique of changing on the scene and also playing female roles. Capable of blending tradition and avant-garde, it stages ideas and characters in the making, writing a single great story made up of quotes and continuous references. Bowie plays the role of attentive director and credible actor of his own rock theatre. The androgynous Ziggy, the mad Aladdin Sane, the eerie Halloween Jack, the Shakespearean and glacial White Duke, alternating with the Brechtian Baal and the underprivileged Joseph Merrick aka The Elephant Man of Pomerance follow each other on stage, supporting that deep sensitivity, knowledge and predisposition to the art of representing David Bowie. An explorer of the human possibilities applied to music, he chooses the alien Thomas Jerome Newton - the man who fell to Earth, already starring in Nicolas Roeg's film - as the last alter ego. Between curiosity and insights, real flashes about the life of the multifaceted genius, "Lazarus. Bowie's sense of theatre" - enriched by interviews and testimonies - sums up the evo