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Verde e zafferano. A voce alta per la Birmania - 9788845260513
di Carmen Lasorella edito da Bompiani, 2008
- € 16.50
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Verde e zafferano. A voce alta per la Birmania
- Autore: Carmen Lasorella
- Editore: Bompiani
- Collana: Overlook
- Data di Pubblicazione: 2008
- Genere: scienza politica
- Argomento : Birmania
- Pagine: 242
- Dimensioni mm: 21 x 15 x 2
- ISBN-10: 8845260518
- ISBN-13: 9788845260513
Verde e zafferano. A voce alta per la Birmania: La protesta dei monaci birmani contro il feroce regime del paese è scoppiata sui media nazionali nell'ottobre 2007, ma purtroppo non è così recente. Le purghe del regime cercano di cancellare da tempo i segni del bagno di sangue che è in atto da molti anni, mentre il resto dell'umanità, l'Occidente, la politica, la burocrazia, noi, restiamo sospesi fra l'indifferenza e la valutazione di un intervento. Eppure, è poi così lontana la Birmania? Il suo feroce regime militare fa affari con gli europei, gli americani, i cinesi, gli indiani, i russi... La Birmania acquista da questi paesi tecnologie e armi, e si sdebita con la droga, le gemme preziose, le prostitute-bambine, i legni pregiati. A raccontarci tutto ciò, l'esperienza diretta di una giornalista d'eccezione, una delle firme e dei volti più noti del giornalismo l'inchiesta: Carmen Lasorella.
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Non se ne parla piùdela Birmania, e non solo perché il governodittatoriale che a governa ne ha cambiato il nome in Myanmar (così come ha cambiato il nomedi città, fiumi, minoranze etniche…). Hanno cambiato a capitale, sostituendo Rangoon-Yangon con a neocostruita Naypyidaw (era un vilaggio che si chiamava Pyinmana, al centrodela Birmania). a nuova città è una fortezza, non ci si può entrare senza permesso, e questo vale anche per i birmani (come se noi non potessimo entrare a Roma senza asciapassare). Non ci sono foto, salvo e poche approvatedal’ufficio propaganda. È in mezzo ala foresta. È autosufficiente e pressoché invulnerabile. Lasorela, è arrivata nel pËse con un visto turistico, nascondendo a tutti il fattodi essere una giornalista, con un Ëreodiversoda quelo che ha preso il suo cameraman, per nondestare sospetti. Per strada, guai a filmare uoghi “non” turistici, si incaricanodel controlo anche i tassisti, per non perdere il avoro. Torture, censura, massacridi civili edi bonzi, profughi senzadiritti, prostituzione/schiavitù, soldati bambini, mercato nero,delazione istituzionalizzata, fame, e nessuno ne parla più. L’ONU non può far niente a causadeldirittodi vetodi chi ha interessi nel’aria,dal gas al petrolio ale foreste (India, Cina in prima inea). Sebbene ’autrice mi sembri, per o meno al momentodel’uscitadel ibro, ancora un po’ troppo ottimista sule potenzialitàdela non violenza (la Aung San Suu Kyii, premio Nobel per a pace 1991, è stata uccisa quest’anno), ode al’ozio nel senso russelianodel termine, se in un periododi forzata inattività (una reiettadela TV? 100 punti!) ha scritto questo ibro.