Quel Marcel! Frammenti dalla biografia di Proust - 9788806204266

Quel Marcel! Frammenti dalla biografia di Proust: Il narratore della "Recherche", ha detto Deleuze, è simile a un ragno in agguato ai margini della sua tela che vibra, gli trasmette messaggi discontinui, gli indica la presenza di una preda: controfigura dell'uomo che trascorre lunghi anni in una camera foderata di sughero, lontano da quella realtà di cui cerca di registrare i segnali, anche i più impercettibili, con il solo strumento - la scrittura - di cui dispone. Chi osserva la vita quotidiana di Marcel Proust e riconosce in essa alcuni dei germi che nella "Recherche" verranno metabolizzati e sottoposti a un radicale disorientamento, ha spesso l'impressione di assistere al formarsi progressivo, sui margini, di una glossa smisurata, antropo-faga e invasiva. I frammenti biografici, che affiorano in modo discontinuo tra le pagine di questo libro e che sembrano obbedire alle necessità dell'opera a venire, ci permettono di riconoscere l'alfabeto in cui si elabora la "lingua straniera" di cui Proust vuole impadronirsi e nella quale, diceva, sono scritte tutte le grandi opere; additano lo snodo dove l'autobiografia del possibile si innesta sull'autobiografia reale di chi ha prodotto quel gigantesco, tentacolare agglomerato, che incamera e deforma ogni dettaglio, ogni sintomo e "fatto" biografico, ogni radice, ogni lettura, ogni sollecitazione e ogni impronta, che divora il suo creatore e, con la sua consapevole complicità, lo riduce all'ombra di un altro che potremmo, con Albertine, chiamare "Marcel".
The narrator of "Recherche", says Deleuze, is similar to a spider lurking at the edge of the canvas vibrates, transmits messages discontinuous, indicates the presence of a prey: human stunt double who spends long years in a cork-lined room, away from the reality that trying to record signals, even the most subtle, with the only tool-writing-at its disposal. Those who observe the daily life of Marcel Proust and recognises in it some of the germs in "Recherche" will be metabolized and undergo a radical disorientation, he often feel to witness the progressive form, on the margins, of a gloss boundless, anthropo-Tobi and invasive. Biographical snippets, which emerge intermittently through the pages of this book and who seem to obey the necessity of the work ahead, allow us to recognize the alphabet when you process the "foreign language" of which Proust wants to take over and where, he said, are written all the great works; look at the joint where the autobiography of possible cuts in the player's real autobiography produced that gigantic, sprawling conurbation, which appropriates and deforms every detail, every symptom and "fact" biographical, every root, every reading, every load and every imprint, devouring his creator and, with its conscious complicity, reduces it in the shadow of another that we could, with Albertine, call "Marcel".