Fotografie in carcere. Manifestazioni della libertà religiosa. Catalogo della mostra (Milano, 15 novembre 2019-26 gennaio 2020). Ediz. illustrata - 9788893464055

Fotografie in carcere. Manifestazioni della libertà religiosa. Catalogo della mostra (Milano, 15 novembre 2019-26 gennaio 2020). Ediz. illustrata: «Il progetto prende le mosse dal lavoro di Margherita Lazzati, che munita unicamente di una piccola Leica - tenuta ben visibile per essere riconosciuta come "quella venuta per fotografare", come lei stessa sottolinea - ha trascorso gli ultimi tre anni all'interno del Carcere di massima sicurezza di Opera con l'intento di documentarne la quotidianità. La richiesta è giunta nel 2017 dall'allora Direttore Giacinto Siciliano che ha affidato all'occhio sensibile e discreto dell'artista il compito arduo di testimoniare attraverso le immagini la vita all'interno della Casa di Reclusione. Da qui, una produzione ingente di scatti - oltre tremila - che restituiscono la totalità della realtà carceraria meglio di quanto possano farlo le parole: persone, gesti, momenti di convivenza, preghiere, luoghi, ma anche sguardi, scorci, ombre e luci. Dal dialogo instaurato con la Direzione del carcere, nella persona di Siciliano prima e del successore Di Gregorio poi, è nata l'idea di illustrare con la fotografia alcuni articoli dell'ordinamento penitenziario, iniziando dall'articolo riguardante la Libertà religiosa.» (Cinzia Picozzi, conservatore Museo Diocesano Carlo Maria Martini)
"The project is inspired by the work of Margherita Lazzati, who has only a small Leica - which is clearly visible to be recognized as "the one who came to photograph", as she points out - has spent the last three years within the Maximum security prison of Opera with the intention of documenting its daily life. The request came in 2017 from the then Director Giacinto Siciliano who entrusted to the sensitive and discreet eye of the artist the arduous task of witnessing through the images the life inside the House of Reclusion. From here, a huge production of shots - over three thousand - that return the totality of prison reality better than words can do: people, gestures, moments of coexistence, prayers, places, but also looks, glimpses, shadows and lights. From the dialogue established with the Prison Directorate, in the person of Sicilian first and his successor Di Gregorio then, the idea was born to illustrate with photography some articles of the penitentiary order, starting from the article concerning Freedom religious religion." (Cinzia Picozzi, conservative Museo Diocesano Carlo Maria Martini)