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Antropologia del dolore - 9788883536113
di Le Breton David edito da Meltemi, 2016
- Prezzo di Copertina: € 20.00
- € 17.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Antropologia del dolore
- Autore: Le Breton David
- Editore: Meltemi
- Collana: Le melusine , Nr. 68
- Data di Pubblicazione: 2016
- Genere: scienze sociali
- Argomento : Dolore fisico
- Pagine: 238
- Traduttore: Capovin R.
- ISBN-10: 8883536118
- ISBN-13: 9788883536113
Antropologia del dolore: Il dolore è un'esperienza forzata e violenta dei limiti della condizione umana. È una figura aliena e divorante che non lascia requie con la sua incessante tortura. Paralizza l'attività del pensiero e l'esercizio detta vita. Pesa sul gioco del desiderio, sul legame sociale. Altera il senso della durata e colonizza i fatti più importanti della giornata, trasformando la persona in uno spettatore distaccato che fa fatica a interessarsi all'essenziale. Il dolore isola, costringe l'individuo a una relazione privilegiata con la propria pena. Al tempo stesso, è una minaccia temibile per il senso d'identità: lacera la coscienza e schiaccia l'uomo su un senso dell'immediato privo di prospettiva, dandogli l'impressione che il suo corpo sia altro da sé. Incomunicabile, il dolore suscita il grido, il lamento, il pianto o il silenzio, tutti fallimenti della parola e del pensiero. Ma il dolore può anche essere mezzo di espiazione o manifestazione di fede - come nella tradizione religiosa cristiana - o strumento di affermazione identitaria o sociale, ad esempio quando inscrive nella carne la memoria di una filiazione e di una fedeltà alla comunità, come accade agli iniziati di una società tradizionale. Ci sono poi usi del dolore che si alimentano della disparità delle forze tra gli individui: la correzione, la punizione personale, la tortura, il supplizio. L'arte di far soffrire l'altro per umiliarlo o annichilirlo è inesauribile. Il dolore inflitto ne è lo strumento privilegiato, archetipo stesso del potere sull'altro. Sebbene in queste pagine la pratica medica sia spesso chiamata in cau
The pain is forced and violent experience the limits of the human condition. It is a figure alien and devouring that leaves no rest with his incessant torture. Paralyses the activity of thought and exercise called life. The game of desire, the social bond. Alters the meaning of duration and colonizes the most important facts of the day, turning the person into a spectator seconded that struggles to get interested. The pain Island, forces the individual to a privileged relationship with your own money. At the same time, it is a formidable threat to the sense of identity: lacerates the conscience and crushes the man out of a sense of immediate devoid of perspective, giving the impression that his body is something else. Incommunicable, sorrow provokes the cry, wail, tears or silence, all failures of Word and thought. But the pain can also be a means of atonement or manifestation of faith-Christian religious tradition-or social identity or assertion tool, such as when part of the flesh the memory of a subsidiary and a loyalty to the community, as the initiates a traditional company. Then there are uses of the pain feeding of the disparity of forces between individuals: correction, personal punishment, torture, torture. The art of hurting each other to humiliate him or annichilirlo is inexhaustible. The pain inflicted is the preferred solution, archetype of power on the other. Although in these pages is often called medical practice in cau
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