Fuoco bianco - 9788885568631

Fuoco bianco: "Ecco una voce che deve arrivare al candore, al fuoco bianco, al candido. Ci arriva per violenza e trattenimento, per fuga ed eccedenza e per misura. Arrivare deve alla luce che, lo sappiamo, arde nel Salento interiore e in quello manifesto di una terra e di una poetessa che in quella accensione si interpretano a vicenda. La voce di Irene Ester Leo, esagerata, ovvero eccedente l'azione propria che ci si attende dalla poesia e dunque, proprio per questo, poesia che provoca e chiama, si è da subito qualificata come potente e infera. Nutrita da vaste linfe dell'arte della parola, dai grandi del Novecento (che compaiono in citazioni di apertura) fino alla conterranea Claudia Ruggeri, la voce di Irene Ester dà conto di una situazione limite, sofferta eppur cercata, come luogo dove il mondo «non accade due volte/ se ci sono i tuoi occhi». Il suo tendere a una fusione con gli elementi della natura, sospinta dalle varie esperienze, dalle diverse vie dell'amore, nutrito parimenti da furori e malinconie, non è dunque un panismo, e nemmeno un facile estetismo. Lo segna un senso di creaturalità, dovuto anche all'esperienza della maternità, una ricerca dell'Origine, di quel fuoco bianco che si fa uno con la rosa, come vide Thomas Stearns Eliot. E proprio questo nome di poeta, pur così lontano dalle sensibilità di una poesia mediterranea, greca, da finibus terrae, suggerisce l'ampiezza della sfida della Leo, di una poesia che nasce ma non resta più nel Novecento." (Davide Rondoni)
"Here is a voice that must come to whiteness, to white fire, to whiteness. He comes to us for violence and detention, for escape and surplus and for measure. Arriving must be born to the light that, we know, it burns in the inner Salento and in the manifest of a land and a poet who in that ignition interpret each other. The voice of Irene Ester Leo, exaggerated, that is, exceeding the proper action that is expected from poetry and therefore, precisely for this reason, poetry that provokes and calls, has immediately qualified as powerful and infirm. Fed by vast lymphes of the art of the word, from the greats of the twentieth century (which appear in opening quotations) to the fellow countrywoman Claudia Ruggeri, the voice of Irene Ester gives account of a limit situation, suffering and even sought, as a place where the world "does not happen twice / if there are your eyes". His tending to a fusion with the elements of nature, driven by the various experiences, by the different ways of love, nourished equally by fuors and melancholy, is therefore not a panism, nor an easy aestheticism. It marks a sense of creaturehood, also due to the experience of motherhood, a search for Origin, of that white fire that is made one with the rose, as Thomas Stearns Eliot saw. And precisely this name of poet, although so far from the sensibilities of a Mediterranean, Greek, from finibus terrae, suggests the breadth of the challenge of Leo, of a poem that is born but no longer remains in the twentieth century." (David Rondoni)