Lexia. Rivista di semiotica. Ediz. bilingue. Vol. 23-24: Complotto-Conspiracy - 9788854899315

Lexia. Rivista di semiotica. Ediz. bilingue. Vol. 23-24: Complotto-Conspiracy: Se il lavoro dei semiotici sulle teorie del complotto ha uno scopo, non è quello d'indicare, da un punto di vista supposto come neutrale, chi ha ragione e chi ha torto, chi ha creato una falsa teoria del complotto e chi svela un segreto pericoloso. Lo scopo della semiotica è, piuttosto, quello d'indicare le condizioni discorsive che favoriscono la proliferazione del pensiero complottista o anti complottista e, allo stesso tempo, quello di suggerire come riformulare il conflitto in un quadro discorsivo diverso, che non si limiti a creare retorica polemica ma getti le basi per l'azione sociale. Il problema delle teorie del complotto, infatti, da un punto di vista semiotico non risiede nella loro presunta fallacia logica o scientifica, ma nel fatto che esse sono un mezzo per esprimere una preoccupazione sociale che, altrimenti, resterebbe inespressa, vale a dire, l'angoscia verso la crescente decostruzione delle conoscenze nelle nuove arene digitali. Semiotici e altri studiosi sociali dovrebbero pertanto operare per la creazione di uno spazio collettivo in cui la confusione evidente dell'attuale comunicazione digitale possa essere reindirizzata verso soluzioni più convenienti.
If the semiotic working on conspiracy theories has a purpose, is not to indicate, from a supposed as neutral, who is right and who is wrong, who created a false conspiracy theory and who reveals a dangerous secret. The purpose of semiotics is, rather, that indicate the conditions that encourage the proliferation of discursive thought conspirator or anti conspirator while at the same time to suggest how to reframe the conflict in a different discursive, that does more than create controversy but rhetoric lays the foundations for social action. The problem of conspiracy theories from a semiotic point of view lies not in their supposed logical fallacy or science, but in the fact that they are a means of expressing a social concern that otherwise would remain unexpressed, namely, the anguish to the growing digital deconstruction of knowledge in new arenas. Social semiotic and others should therefore work towards the creation of a collective space where the evident confusion of current digital communication can be redirected toward cheaper solutions.