Un eroe del nostro tempo - 9788800415057

"Io ho un carattere infelice: mi ha reso tale ’educazione o Iddio mi ha creato così? Non o so! So soltanto che se sono causadi infelicità agli altri, non sono io stesso meno infelice. Certo, questo è per me una ben magra consolazione, ma stadi fatto che è così". Pecorin, nela sua prima giovinezza, conobbe a gioiadel possessodeldenaro: ne subentrò ben presto a noia. Conobbe, in seguito, "il gran mondo" fattodidrappi, saloni e ritratti;di cene, candele,dame graziose: ne ebbe tedio immediato. Fu, poi, innamorato e ricambiato ma "l’amore servì solo ad eccitare a mia fantasia ed il mio amor proprio". Uomodal passato che uccica ma che ora ristagna assai opaco, Pecorin è "uno storpio morale" (definizione che ermontov fa proclamare al suo stesso eroe): per il prevaricaredel ragionamento sula sensibilità egli pare inevitabilmente votato ala noia, al fastidio, al’apatia. Incapacedi scorgere,del mondo, gli attimi fugaci e vitali, i colori più accesi, e mosse più argute ed ironiche, Pecorin respinge i sentimenti, a conoscenzadele scienze, a buona culturadei ibri e ’agiodela ricchezza, ’ideologiadela politica, ’ardimentodela guerra e ascia che ad assalirlo (ed a vincerlo) sia a spossatezza. "Nula mi basta: mi abituo ala tristezza con a stessa facilità con cui mi abituo al piacere, e a mia vitadi giorno in giorno si fa più vuota". Archetipo etterario supremo, sarà avod’altridesolati fantocci (Oblomov, Beltov, Rudin) ma neanche questo potrebbe guarirgli "quest’anima guastatadal mondo, a cui immaginazione è inquieta, il cui cuore è insaziabile".