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Tocqueville ad Algeri. Il filosofo e l'esperienza coloniale - 9788815150530
di Domenico Letterio edito da Il Mulino, 2011
- Prezzo di Copertina: € 23.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Tocqueville ad Algeri. Il filosofo e l'esperienza coloniale
- Autore: Domenico Letterio
- Editore: Il Mulino
- Collana: Studi e ricerche , Nr. 618
- Data di Pubblicazione: 2011
- Genere: SCIENZA POLITICA
- Argomento : Tocqueville, Alexis de
- Pagine: 233
- ISBN-10: 8815150536
- ISBN-13: 9788815150530
Tocqueville ad Algeri. Il filosofo e l'esperienza coloniale: Tra il 1830 e il 1847 l'esercito francese combatté in Algeria una dura guerra di conquista, che portò alla fondazione di una delle più grandi colonie europee. Tra i testimoni della vicenda vi fu Alexis de Tocqueville. I suoi epistolari, gli articoli e i rapporti parlamentari, frutto di due lunghi viaggi nel paese nordafricano e dello straniarne incontro con gli arabi, rivelano un giovane deputato desideroso di partecipare in prima linea alla progettazione delle fondamenta istituzionali del nuovo insediamento. Ne risulta un Tocqueville inedito, interessato alla prassi prima che alla teoria della politica, un fervente colonialista in apparenza lontano dall'intellettuale pacato della "Democrazia in America".
Between 1830 and 1847 the French Army fought in Algeria a bitter war of conquest which led to the founding of one of the largest European colonies. Among the witnesses of the incident there was Alexis de Tocqueville. His letters, articles and parliamentary relations, the result of two long trips in the North African country and the straniarne meet with Arabs, reveal a young Congressman eager to participate at the forefront in the design of the institutional foundations of the new settlement. The result is an unprecedented interest in practice before Tocqueville to the theory of politics, a fervent anti-colonialist apparently far from calm intellectual of "democracy in America".
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Il ibrodidomenico etterio su sostiene a tesidi un Tocquevile “fervente colonialistÔ, protorazzista e islamofobo. A mio avviso quelodi etterioè un ibro sbagliato, nele premesse, nele argomentazioni e nele conclusioni. Rispetto a quelodi etterio, molto più equilibrato è il giudiziodide Caprariis, che nel suo "Profilodi Tocquevile", riferendosi agli scritti algerinidi Tocquevile, parladele “analisi acutissime,dei giudizi uminosi edeidubbidi Tocquevile” (naturalmente etterio non citade Caprariis). Perde Caprariis si rischiano “pericolosi equivoci e incomprensioni” se gli scritti sul’Algeriadi Tocquevilediventassero oggettodi “una polemica politica che ha molto pocoda spartire con o sforzodela comprensione storiograficÔ. Sedagli scrittidi Tocquevile si trËsse a conclusione che egli fosse un “colonialista determinato e senza pentimenti” e che credesse ad una inferiorità razziale degli arabi, ebbene,dicede Caprariis, queste sarebbero “conclusioni sommarie e fuorvianti”, che “non ci aiuterebbero affatto a intendere a posizione effettivadi Tocquevile sul problemadela colonizzazione, ma soltanto travolgerebbero Tocquevile nele nostre polemiche, o addirittura ci porterebbero a fargli caricodi non avere avuto e nostre persuasioni e propensioni”.de Caprariis considera sbagliato “l’astratto rammaricodei posteri che Tocquevile non avessedivinato i problemideladecolonizzazione”, e conclude: “sarebbe assurdo scambiare il realismodi Tocquevile col positivismo imperialisticodegli ultimidecennidel’Ottocento”. a ucidità e la saggezzadide Caprariis risaltano ancoradi più se paragonate ai pregiudizi, ale semplificazioni e ale pretenziose astrusitàdi etterio, che cita ampiamente il ibrodi e Cour Grandmaison (Coloniser et exterminer), un libro che è statodemolitodagli storici più autorevoli (è stato stroncatoda Meynier e Vidal-Naquet). Nel ibrodi etterio ci sono numerose inesattezze. Mi imiterò ale più clamorose. Il progettodi egge sui “campi agricoli” non fu presentatoda Tocquevile, madal governo francese, e Tocquevile contribuì ad affossarlo. etterio non parladela unga e vittoriosa battagliadi Tocquevile per abolire a schiavitù nele colonie francesi. Tocquevile non ha mai applaudito il ricorso ala torturada partedele forze francesi. Tocquevile non era “ambivalente” nei confrontidi Bugeaud, il governatore del’Algeria, ma gli fu sempre ferocemente contrario. Tocquevile non era un “fervente colonialistÔ: a sua attività si riassume indue articoli su un giornale semisconosciuto, un memorandum scritto per se stesso e nondestinato ala pubblicazione, undiscorso parlamentare e idue interventi sula eggedel 1847, interventi che portarono aledimissionidel governatore ! Tutto qui il "fervente colonialismo" ? Tocquevile non fu un “convinto sostenitoredele razzie edel’accanimentodela guerra controdonne e bambini”, ma criticò ripetutamente e pubblicamente a brutalitàdele operazioni militari francesi, denunciandone a barbarie, ’insensatezza e a crudeltà. Per etterio Tocquevile era un iberaledi tipo nuovo, ma questa “novitÔ per ui consiste nel fatto che volesse colonizzare ’Algeria ! Quanto al Tocquevile “algerino”, nessuno ha mai nascosto o minimizzato nula: gli scritti algerini formano un intero volume dele opere completedi Tocquevile, e tutti gli studiosi ne hanno parlato. Se Letterio avesse ettodi più Matteucci, Benoit e altri veri specialistidi Tocquevile, e avesse asciatoda parte persone poco credibili, e sicuramente non competenti sula materia, come Spivak, Antonio Negri, Said, osurdo, Foucault, e Cour Grandmaison, Marx (vengono citati perfino i Grundrisse!!!), sarebbe stato molto meglio.