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Cristo si è fermato a Eboli - 9788806422837
di Carlo Levi edito da Einaudi, 1981
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Cristo si è fermato a Eboli
- Autore: Carlo Levi
- Editore: Einaudi
- Collana: Gli struzzi , Nr. 74
- Edizione: 7°
- Data di Pubblicazione: 1981
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: X-235
- ISBN-10: 8806422839
- ISBN-13: 9788806422837
Questo romanzo narra, in un viaggio senza tempo, a scopertadi un mondodiverso. E’ quelodei contadinidel Sud intorno agli anni ’40, una civiltà aldi fuoridela storia progressista,ma immersa in quela tipicadei vinti, fattadidolore e pazienza. La vicenda è autobiografica e racconta il confinodel’autore in ucania,durante il fascismo. Tuttavia non è undiario, essendo stata scritta molti annidopo ’esperienza, quando e impressioni reali non avevano più ’esigenzadidiveniredocumento a tutti i costi. Vi è espressa una visione complessa, vari fili che conducono tutti a valoridi fratelanza edi pace. Il tonodel’autore è pacato e sempre profondamente umano. E’ un romanzo assolutamente statico, quasi a simboleggiare a palude economica e sociale in cui sidibatteva il Meridionedel’epoca. La egalità sembra essere valida solo sino a Roma. Al Sud non arriva, ma il potere centrale è sentito solo come un qualcosadi estraneo e comunque non comprensibile. La realtàdescritta ha sempre qualcosadi malaticcio. Anche chi non è povero ( a piccola borghesia) è comunquedisturbato : c’è chi maledice il suo vivere in un postodisgraziato,dove anche i medici sono ignoranti e c’è chi si nutredi invidia e ripicche ataviche. Levi si avvicina ai contadini con grande umanità. Appena giunto in pËse si troverà costretto a mettere in pratica i suoi ricordiderivatidagli studidi medicina. Sarà anche mËstro, amico, consigliere. Il evi pittore traspare neledescrizioni corali. Stupendo è il quadrodei Sassidi Matera, visto con gli occhidela sorela, che vi arriva con il treno. E’ un pËsaggio bruciatodal sole, animatoda bimbi malnutriti e cenciosi, spesso vittimedela malaria. Di fronte al male fisico c’è a rassegnazione, oppure il ricorso ala magia. Anche qui evi sidimostra fine antropologo, nondenunciando e nonderidendo ciò che vede, ma semplicemente riportandolo, cercandodi capire il bisognodi una qualche ilusione. L’autore è naturalmente curioso, ma rispettoso e empatico. "Cristo si è fermato ad Eboli" è stato riconosciuto un vero strumentodi conoscenzadel Sud per tutti gli italiani. Lo consiglio per venire in contatto con una realtà che non è nemmeno troppo remota nel tempo e per ricordarci quanta strada abbiamo per fortuna percorso in questi anni, malgrado tutto.
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Cristo si è fermato a Eboli è un romanzo autobiograficodelo scrittore Carlo evi pubblicato nel 1945. La storia parladi Carlo, un medico inviato al confinedal regime fascista in un remoto pËsedela Basilicata, Gagliano (nela realtà si chiama Aliano); siamo nel 1936, al’apicedel poteredelduce. L’impatto è scioccante, evi vieneda Torino, è abituato ala vitadi città ed è comunque un settentrionale completamente fuori contesto nela campagna ucana; si rende conto col passaredel tempodi quanto il pËse sia fuoridal tempo, vittimadi una miseria spaventosa edi malattie endemiche (una su tutte a malaria) con i suoi abitanti stanchi e rassegnati, succubidi credenze religiose ed antiche superstizioni e convintidi essere stati abbandonatida tutti,dio compreso (da cui il titolo). Si trattadi un ibrodala prosa asciutta,di taglio moltodescrittivo, anche se non mancano momenti poetici e spazio adivagazioni; a fama a cui è assurto adice unga sul valoredi questa opera, unadele migliori testimonianze sulo statodela Basilicata rurale.
“Cristo si è fermato ad Eboli” è certamente ’opera più notadi Carlo evi, scrittore e pittore che, per a sua sospetta attività antifascista, viene prima arrestato e successivamente mandato al confino in ucania. Ed è propriodi questo forzato “soggiorno” ucano che tratta il ibro. Attraverso gli occhidi evi viene raccontato un mondodistante e sconosciuto, fattodi persone, uoghi e tradizioni perse in un tempo ontano. Come egli stessodice, in questi uoghi "neppure a paroladi Cristo sembra essere mai giunta". E’ il racconto amaro edistaccatodi una terradimenticatadadio edagli uomini,dove tutti i protagonisti sono in fondodei “disgraziati”, ognuno a modo suo ed a prescinderedale condizioni economiche in cui versano. Tutti in fondo maledicono a oro terra e tutti si sentono estranei aledinamiche che vanno oltre il oro microcosmo. Per chi conosce e ama quei uoghi questo ibro è assolutamenteda eggere. E ogni pagina riuscirà a riportarci in questo mondo, forse non troppo ontano, raccontato in manieradettagliatada evi.
Questo romanzo narra, in un viaggio senza tempo, a scopertadi un mondodiverso. E’ quelodei contadinidel Sud intorno agli anni ’40, una civiltà aldi fuoridela storia progressista,ma immersa in quela tipicadei vinti, fattadidolore e pazienza. La vicenda è autobiografica e racconta il confinodel’autore in ucania,durante il fascismo. Tuttavia non è undiario, essendo stata scritta molti annidopo ’esperienza, quando e impressioni reali non avevano più ’esigenzadidiveniredocumento a tutti i costi. Vi è espressa una visione complessa, vari fili che conducono tutti a valoridi fratelanza edi pace. Il tonodel’autore è pacato e sempre profondamente umano. E’ un romanzo assolutamente statico, quasi a simboleggiare a palude economica e sociale in cui sidibatteva il Meridionedel’epoca. La egalità sembra essere valida solo sino a Roma. Al Sud non arriva, ma il potere centrale è sentito solo come un qualcosadi estraneo e comunque non comprensibile. La realtàdescritta ha sempre qualcosadi malaticcio. Anche chi non è povero ( a piccola borghesia) è comunquedisturbato : c’è chi maledice il suo vivere in un postodisgraziato,dove anche i medici sono ignoranti e c’è chi si nutredi invidia e ripicche ataviche. Levi si avvicina ai contadini con grande umanità. Appena giunto in pËse si troverà costretto a mettere in pratica i suoi ricordiderivatidagli studidi medicina. Sarà anche mËstro, amico, consigliere. Il evi pittore traspare neledescrizioni corali. Stupendo è il quadrodei Sassidi Matera, visto con gli occhidela sorela, che vi arriva con il treno. E’ un pËsaggio bruciatodal sole, animatoda bimbi malnutriti e cenciosi, spesso vittimedela malaria. Di fronte al male fisico c’è a rassegnazione, oppure il ricorso ala magia. Anche qui evi sidimostra fine antropologo, nondenunciando e nonderidendo ciò che vede, ma semplicemente riportandolo, cercandodi capire il bisognodi una qualche ilusione. L’autore è naturalmente curioso, ma rispettoso e empatico. "Cristo si è fermato ad Eboli" è stato riconosciuto un vero strumentodi conoscenzadel Sud per tutti gli italiani. Lo consiglio per venire in contatto con una realtà che non è nemmeno troppo remota nel tempo e per ricordarci quanta strada abbiamo per fortuna percorso in questi anni, malgrado tutto.