La peste di Rodi. La presa di Costantinopoli - 9786188265622

La peste di Rodi. La presa di Costantinopoli: La peste di Rodi nasce dall'esperienza diretta dell'autore, sopravvissuto alla terribile epidemia di peste che flagellò Rodi tra il 1498 e il 1499. La vivida descrizione delle sofferenze della popolazione, e il nostalgico ricordo della prosperità e dell'eleganza che contraddistinguevano la vita degli abitanti prima della pestilenza, si alternano a considerazioni più generali di carattere morale e parenetico, il cui obiettivo è riportare sulla retta via gli uomini in un periodo in cui le pestilenze venivano attribuite soprattutto all'ira di Dio, scatenata dalle colpe degli uomini. La presa diretta sui fatti, la tendenza moraleggiante e i riferimenti personali, che trasformano Limenitis in un personaggio della sua opera, rendono il testo assai vicino a un moderno reportage giornalistico, il cui compito è trasmettere con immediatezza ai lettori i fatti e gli stati d'animo dei protagonisti. Non meno partecipata è La Presa di Costantinopoli. Qui l'autore non risparmia critiche alle potenze cristiane occidentali e nella caduta di Bisanzio crede di riconoscere, come anche nella Peste, la punizione per i peccati e per la discordia che contraddistingue la condotta dei cristiani, contrapposti alla concordia e all'unità d'intenti degli Ottomani. Nel contempo l'autore invita le potenze occidentali a unirsi in una crociata per fermare l'avanzata dei nemici e restaurare l'antico impero. Su tutti si staglia, nella sua tragicità, la figura del basileus Costantino, l'ultimo imperatore dei greci, cui toccò il terribile destino di vivere la fine dell'impero.
The plague of Rhodes comes from the first-hand experience of the author, who survived the terrible plague epidemic that plagued Rhodes between 1498 and 1499. The vivid description of the sufferings of the population, and the nostalgic memory of the prosperity and elegance that distinguished the life of the inhabitants before the pestilence, alternate with more general considerations of a moral and parenetic character, whose aim is to bring people back on the right path at a time when the plagues were attributed above all to the wrath of God, unleashed by the faults of men. The direct take on the facts, the moralizing tendency and the personal references, which turn Limenitis into a character of his work, make the text very close to a modern journalistic reportage, the task of which is to convey with immediacy to readers the facts and moods of the protagonists. No less participatory is The Taken of Constantinople. Here the author spares no criticism of the Western Christian powers and in the fall of Byzantium he believes to recognize, as also in the Plague, the punishment for sins and for the discord that distinguishes the conduct of Christians, opposed to concord and unity of purpose of the Ottomans. At the same time, the author invites Western powers to unite in a crusade to stop the advance of enemies and restore the ancient empire. In his tragedy, the figure of the basileus Constantine, the last emperor of the Greeks, stood out, and the terrible fate of living the end of the empire stands out.