Il trionfo della metafisica. Memorie di uno scrittore in prigione - 9788884516930

Il trionfo della metafisica. Memorie di uno scrittore in prigione: Eduard Limonov non è mai stato un bravo ragazzo: scrittore di culto, guerrafondaio ribelle, dissidente sdegnato, fondatore del Partito nazionalbolscevico, più volte arrestato. Visceralmente avverso a ogni pregiudizio, radica le sue azioni e i suoi pensieri in una personalissima visione del mondo e del destino dell'umanità. In questo libro, l'autore racconta i mesi trascorsi all'interno della colonia penale n° 13 nelle steppe della regione di Saratov. Al lager Limonov era arrivato all'inizio del maggio 2003 dopo due anni di prigione. Il libro pullula dei personaggi più disparati: i duri passati per le carceri e i campi di rieducazione per giudizi spesso iniqui e affrettati, i criminali incalliti, ma anche gli innocenti ingiustamente condannati. Tutti riforgiati in qualche modo dall'esperienza dolorosa della prigionia, non necessariamente abbrutiti, ma quasi sempre colti dallo sguardo pungente e imperturbabile dello scrittore nella loro insopprimibile ma castrata umanità. Limonov si inserisce nella grande tradizione letteraria russa: quella che, scontrandosi tragicamente con la realtà del carcere e del gulag, ha trasformato la prigionia in una metafora della società e della condizione umana. Introduzione di Maria Candida Ghidini.
Eduard Limonov was never a good guy: cult writer, rebel, wrathful, warlike dissident party founder nazionalbolscevico, repeatedly arrested. Viscerally averse to any prejudice, burly his actions and thoughts in a very personal vision of the world and the destiny of mankind. In this book, the author recounts the months spent inside the penal colony n?? 13 on the steppes of the Saratov region. The lager Limonov had arrived in early May 2003 after two years of prison. The book is full of the most disparate: the tough passed for prisons and reeducation camps for hardened criminals often unfair and hasty judgments, but also the innocent wrongly convicted. All riforgiati somehow from the painful experience of captivity, not necessarily thoughtonly idiots watched us, but almost always caught by the look sharp and unflappable of the writer in their irrepressible but castrated humanity. Limonov fits in great Russian literary tradition: one, clashing with the reality of the gulag prison and tragically transformed the imprisonment in a metaphor of society and the human condition. Introduction by Maria Candida Galloway.