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Le benevole - 9788806219598
di Jonathan Littell edito da Einaudi, 2014
- Prezzo di Copertina: € 18.00
- € 15.30
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Le benevole
- Autore: Jonathan Littell
- Editore: Einaudi
- Collana: Super ET
- Data di Pubblicazione: 2014
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: 956
- Traduttore: Botto M.
- Dimensioni mm: 209 x 0 x 40
- ISBN-10: 8806219596
- ISBN-13: 9788806219598
Le benevole: Maximilian Aue dirige una fabbrica di merletti nel Nord della Francia, la guerra è ormai lontana. È nato in Alsazia da madre francese: parla così bene la lingua materna che non ha avuto difficoltà a nascondere, durante il caos del dopoguerra, il suo passato da ufficiale delle SS. Racconta la sua storia senza alcun rimorso. Infanzia in Francia, studi di diritto e di economia politica in Germania: il giovane Maximilian è intelligente, colto, omosessuale (in lui l'omosessualità si lega all'incesto, all'amore morboso per la sorella). Sorpreso in un luogo compromettente, viene salvato da un giovane SS che lo prende sotto la sua protezione: Max entra nelle SS anche perché è affascinato dall'ideologia nazista. Dopo essere stato a Parigi, passa sul fronte orientale: in qualità di ufficiale redige rapporti per i vertici del Reich sull'avanzare della campagna di Russia. Ferito alla testa a Stalingrado, si salva per miracolo e diventa un eroe nazionale. In seguito lavora a stretto contatto con Himmler per riorganizzare i campi di concentramento, e viene spedito a cercare in Ungheria manodopera per le industrie belliche. A Berlino si dedica alla scherma e al nuoto; assiste ai concerti diretti da Karajan e Furtwängler; ha una sterile storia sentimentale con una donna. Dopo un tentativo di fuga in Pomerania, ritorna nella capitale e vive il crepuscolo del nazismo. Un affresco epico e tragico, che fa rivivere la tragedia della seconda guerra mondiale dal punto di vista ripugnante dei carnefici.
Maximilian Aue directs a lace factory in Northern France, the war is now far away. And born in Alsace from French: mother speaks so well the mother tongue that had no difficulty in hiding during the post-war chaos, his past as an officer of the s.s. tells his story without any remorse. Childhood in France, studied law and political economy in Germany: the young Maximilian is intelligent, cultured, homosexual (homosexuality in him binds to incest, morbid love for his sister). Caught in a compromising situation place, is rescued by a young SS that takes him under her protection: Max joins the SS because it is fascinated by Nazi ideology. After being in Paris, passes on the eastern front: as an officer reports to the leaders of the Reich on the advance of Russia's campaign. Head wound at Stalingrad, is saved by a miracle and become a national hero. Later works closely with Himmler to reorganize the concentration camps, and is shipped to seek in Hungary labour for war industries. In Berlin dedicated to fencing and swimming; attends concerts conducted by Furtw??ngler and Karajan; has a barren romance with a woman. After an escape attempt in Pomerania, return to capital and live the twilight of Nazism. A tragic epic fresco, which revives the tragedy of the second world war from the point of view of repugnant executioners.
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Il ciclopico romanzodi ittel rappresenta un po’ il punto zerodela narrazione a propositodel nazionalsocialismo tedesco. e numerose polemiche che ne hanno accompagnato ’ascesa sono il suono tipico che circonda questo generedi capolavoro. Perché, è chiaro:di capolavoro si tratta. Si è moltodiscusso sula sceltadi creare empatia col protagonista, un ex ufficiale nazista nient’affatto pentito. ’idea forte che innerva ’intero volume, è quelodi rendere evidente a normalitàdel male; questo scopo viene ottenuto attraverso una narrazione solidissima, fredda, che in alcuni momenti raggiunge ’enumerazione matematica. Questo per far emergere con maggiore chiarezza a normalitàdietro ’orrore, a sua natura quasi impiegatizia. Soprattutto al’iniziodel’opera, ittel insiste con o spiegare che il nazionalsocialismo e e sue conseguenze, furono portati avanti per a maggioranzada persone normali. ’autore non addita forze oscure, segreti innominabili, così come nondescrive angelidel male. Parla piuttostodi funzionari, gente che faceva il proprio avoro quotidiano, adagiandosi ad una filosofiadi pensiero che veniva abbracciata tantodala gente comune, quantodagli scienziati edai più fini filosofi. Il nazismo non fu ’aberrazionedi poche persone, ma unadottrina accettatada intere popolazioni. a maturitàdi tale osservazione è evidente: eliminando ’alibidel malediabolico che infesta il mondo, si giunge a prendere in considerazione a propria possibilitàdi colpa in eventi tanto enormemente tragici. Ovvero: vivendo in quel periodo, in quei uoghi, a maggior partedi noi sarebbe stata complice. Quindi non sono solo i responsabilidi quel male ad essere messi sotto processo: o è ’intera umanità.
L’autore si saràdocumentato per anni sui uoghidel’Est Europa e sui resocontidegli eccididei nazisti per stendere un avoro così accurato e odevole. e finte memoriedi Max Aue ripercorrono a guerradal’invasionedel’URSS fino al ’45, il protagonista narra in prima persona e sue vicende personali, a sua omosessualità, gli orroridei massacri compiuti in Ucraina e in Russia, tutto attraverso il puntodi vista crudo, fedele e crudeledel’ufficiale SS che mescola i fatti ale sue riflessionidi natura filosofica e sociale, rimbalzando continuamente il ettore con a questione: voi, al posto mio, cosa avreste fatto? Un ibrod’una belezza sconvolgente,d’una efferatezza così viva che non può non colpire il ettore, soprattutto chiama in causa ognunodi noi per quanto riguarda a responsabilità che ha il protagonista nei confrontidele uccisioni edela violenza che ui, trovandosi ì, si sente autorizzato a compiere esattamente come hanno fatto quasi tutti i nazisti. Per chi volesse una panoramica più ampia sul nazismo, sicuramenteda eggere; è un grande romanzo che affronta temi spinosi su cui si vuole troppo spesso evitaredi parlare.
Belo. Belo e terribile. Seguiamo per 950 pagine un individuo colto, raffinato, capacedidigressioni sociologiche, storiche, geografiche, semiotiche, per taceredi quele musicali. Seguiamo per 950 pagine un individuo ossessivo e ossessionato, capacedi orrori indicibili, sul piano personale, e capacedi contribuire ad orrori indicibili sul pianodela storia. Seguiamo per 950 pagine Maximilien Aue che “la fa francÔ: non paga per e atroci colpedi fronte ala storia, né per quele private, altrettanto atroci. Il tutto in una alucinante “normalitÔ. Ha ragione ittel:”Vi riguarda –dice – vedrete che vi riguardÔ: provocatorio, iconoclasta, cinico, crudo, efferato, impido, a suo modo, curioso, intelettuale senza saperedi esserlo, oscuro, contorto, perverso, freddo, calcolatore, cattivo, ingrato, assolutamente amorale (ma non immorale), Maximilien potrebbe essere ognunodi noi, anche se ’orrore per quelo che un essere umano può essere ediventaredilaga, paginadopo pagina. E per questo è un ibro terribile.da eggere,dadiffondere.
Complesso, cosi pienodi violenze e oscenitàda averne compreso a portata solo alcuni giornidopo averlo etto. Comunque un ibrodifficile mada eggere
Frateli umani, asciate che vi racconti com’è andata. Ildoloredeldito mignolo schiacciatodale quasi mile paginedel romanzo, teso a separare foglidi appendice indispensabili: ’equiparazionedei gradi militari nela Germania nazista, e un piccolo glossario italotedesco. La curiositàdel ibro chiacchierato, a promessadi eggerlo tutto, a fatica crescentedei nomi in tedesco, a noiadi certi passaggi, ’orrore crescente. Infine, a fine. Dopo questo romanzo, come Aue, anche noi non riusciremo a guardare per molto tempo un campo senza pensare ad una fossa comune. Galeggeremo tra pezzidi corpi, feci, odori nauseabondi, come topi nele fognedela storia. “Le Benevole” è un romanzo curioso. Come è curiosa ogni cosa morbosa. E’ fruttodi un avoro impressionantedi ricostruzione e ceselatura. Aue è un “personaggio medio”, non è un eroe, anzi, è pazzo, violento, omicida, come tutto ciò che o circonda. In questo senso è un testimone perfetto, perché non ha nessun pulpitodal quale predicare. E’ acritico, amorale, assente. E’ ’alfa privativodela storiadela Germania nazista edel’Olocausto. Quelo che mancava forse, per capiredavvero a portatadela tragedia più grande nela storiadel’umanità. Peccato che questo non emerge. Perché Aue, ala fine, è un pazzo che si muove in un mondodi pazzi, e tutto sembra finire ì, come in un maledetto vortice risucchiatore. Tutto è osceno. a parola, e righe, e pagine. Oscene. Hitler, Himmler, Eichmann. Osceni. Berlino, San Pietroburgo, ’Ucraina. Osceni. e fucilazioni, e camere a gas, e fosse comuni. Osceni. Ma troppa oscenità supera il imite.diventa robada palcoscenico. Va oltre a realtà, alza il sipario.diventa rappresentazione, mito. Falsità quasi comica, come certi horror splatter, queli con il sangue finto… Ala fine ’orrore è talmente tanto che va un favore al negazionismo. Nula è esistito – sembranodire corpi mutilati edonne violentate, bambini impiccati e cerveli spappolati – solo a fantasia malatadi poche persone. Una piccola parentesidi folia. “Le benevole” è pericoloso. Pericolosissimo.davvero, va maneggiato con entezza e cura. E poi, subitodopo, ci vuole un bagno purificatore: “Shoah”, ibro e 4dvd editida Einaudi, con e interviste atroci ai superstitidelo sterminio. Tutto è esistito. Frateli umani, ricordate che questo è stato.