Una vecchia storia. Nuova versione - 9788806242947

Una vecchia storia. Nuova versione: Come sottotitolo, queste parole: «Nuova versione». Cosa significano? «Nuova» rimanda evidentemente a un'altra versione, a una versione «originale». Ma che differenza intende sottolineare? Il «nuovo» libro cancella forse il «primo», che quindi ne sarebbe solo una parte, o un tentativo non riuscito, incompleto? Se scrivere un libro è un'esperienza, la sua pubblicazione vi pone termine, in modo definitivo. Per "Une vieille histoire", un racconto in due capitoli uscito nel 2012, invece, non è stato cosí. Perché, non lo so; sta di fatto che un giorno ho constatato che il testo, simile a uno spettro senza pace, continuava misteriosamente a produrre. Perciò ho dovuto rimettermi a scrivere, come se non ci fosse stato già un libro. Curiosa esperienza. Piú che una continuità, un cambiamento di schema. Resta immutato l'impianto: in ogni capitolo, ora diventati sette, un narratore esce da una piscina, si riveste, e comincia a correre in un corridoio grigio. Scopre porte, che si aprono su territori (la casa, la camera d'albergo, il monolocale, uno spazio piú ampio, una città o una zona selvaggia), luoghi in cui si consumano e si riconsumano, all'infinito, i rapporti umani piú essenziali (la famiglia, la coppia, la solitudine, il gruppo, la guerra). Esplorati quei territori, esauriti quei rapporti, la corsa si conclude: nella piscina, com'è ovvio. Poi tutto ricomincia. Uguale, ma non del tutto. Sette, però, non è semplicemente due piú cinque. La trama, che intesse il concatenarsi dei territori e dei rapporti umani, si addensa, si ramifica. I dati piú fondamentali (il sesso, l'età stessa
As a subtitle, these words: "New version". What do they mean? 'New' obviously refers to another version, to an 'original' version. But what difference do you want to make? Does the "new" book erase the "first", which therefore would be only a part of it, or a failed attempt, incomplete? If writing a book is an experience, its publication puts an end to it, definitively. For "Une vieille histoire", a two-chapter story published in 2012, however, it was not so. Why, I don't know; It is in fact that one day I found that the text, similar to a spectre without peace, continued mysteriously to produce. So I had to go back to writing, as if there hadn't already been a book. Curious experience. More than a continuity, a change of pattern. The system remains unchanged: in each chapter, now seven, a narrator comes out of a pool, dresses himself, and begins to run in a gray corridor. It discovers doors, which open onto territories (the house, the hotel room, the studio, a larger space, a city or a wilderness area), places where they consume and re-consume, indefinitely, the most essential human relations (the family, the couple, the solitude, the group, the war). Exploring those territories, exhausted those relationships, the race ends: in the pool, of course. Then it all starts again. Same, but not quite. Seven, though, is not just two plus five. The plot, which weaves the chainofing of territories and human relations, thickens, branches out. The most basic data (gender, age itself